Momenti fragili per la Bionda dai Grandi Occhi. Cresce, sperimenta l'indipendenza, ma ha ancora bisogno di molte rassicurazioni. Ha quattro anni, a me sembra normale. Sono eccentrica? Perché a volte mi guardo intorno e mi vengono dubbi.
Ha imparato a disegnare case, all'improvviso tante, tutte diverse. Alcune con il naso e la bocca. Le disegna anche in sezione, complice un libro della Larus (una collana che consiglio sempre, si trova anche nelle librerie remainders). Nel disegno sopra vedete, in senso orario: il bagno (la doccia), il soggiorno (la lampada), l'ascensore, la scala, il letto. Il tutto decorato al centro dal sole quadrato, non ci si fa mancare niente.
Quando gioca con le costruzioni vedo che è molto interessata alla visione in pianta. Ogni animale che abiterà la casa deve avere la sua stanza. Lo spazio individuale prima di tutto, è evidente che è in questa fase, si mettano l'anima in pace le maestre che la vorrebbero più partecipe ai giochi di gruppo.
Provo a spingerla dalla casa all'insieme di case, la città. Essere presenti, insieme, tutti diversi. Incolliamo le sue case su un cartellone e costruiamo un ambiente che ci piaccia. Lei partecipa al progetto con entusiasmo alternato a totale disinteresse. Non forzo. Ha bisogno di nido, ora, inutile insistere.
Sperimentiamo allora le tre dimensioni. Ci piace usare gli scatoloni di cartone, un pacco in arrivo è una festa totale qui. Niente di rifinito, si lavora di lena, in tre, deve essere pronto prima possibile. Finalmente può iniziare il raccoglimento vissuto come esperienza fisica.
Case-città, case-rifugio. Ecco una declinazione emotivo-casalinga del progetto "carta" che inizierà tra poco all'asilo.
Per ora ci piace l'intimo da queste parti, le maestre se ne facciano una ragione.