E' stato durante la seconda che mi è venuta l'idea di contemplare con i bambini la possibilità di portarli a Firenze. Ogni tanto capita mentre facciamo Italiano, Storia o Geografia, di immaginare questo viaggio, io e loro. Mi ripetono le stesse domande, quanto tempo potremo stare via, dove dormiremo, con chi, dove mangeremo, su quale mezzo viaggeremo... Mi martellano ansiosi di sapere se riusciremo a realizzare questa idea. Mentre ne parlano si esaltano e i loro sguardi mi comunicano il grande desiderio di vivere davvero questo sogno. Mi rendo conto di aver fatto una promessa importante e mentre mi parlano, a volte anche in tre o quattro assieme fino al punto che non riesco a distinguere le singole frasi, io rassicuro me stessa sul fatto che questo sogno si possa effettivamente realizzare. Con qualche volo Low Cost, prenotando per tempo, sperando che il Dirigente e il Consiglio di Circolo ci autorizzino e che tutti i bambini possano permettersi la spesa di due giorni fuori casa. Allora mi raccontano che sono disposti a usare i loro piccoli risparmi, ben custoditi nel salvadanaio (sì c'è ancora chi ha il salvadanaio) e io raccomando loro di conservare i soldi per tempo, di rinunciare ad altre cose meno importanti, per rendere reale questo piccolo sogno. Fra le tante strategie per tenere unito il gruppo classe, tenere salda la coesione ed arginare i piccoli (e a volte grandi) sfaldamenti che inevitabilmente la crescita e la formazione delle personalità nel gruppo porta con sè, c'è la strategia del "coltivare un sogno". Coltivare un sogno significa assaporare qualcosa che deve avvenire, desiderarlo, accarezzarlo, anticipandone mentalmente gli eventi, significa dal punto di vista didattico fare emergere la capacità progettuale che è in ciascuno di noi.
Che è ben oltre l'obbiettivo della conclusione dei cinque anni e anzi fa parte della formazione per la vita, perchè ciò che si impara ora, ma anche i modi di essere e di pensare influenzeranno tutto ciò che verrà in seguito. Il sogno, insieme a ciò per il quale abbiamo alacremente lavorato, è un buon collante, la degna conclusione, una sorta di coronamento dell'essere stati insieme in questi anni.
E il nostro sogno da quel giorno in seconda, che fiorì lì tra le mura della nostra vecchia aula, ora sta diventando sempre più importante e adesso che manca molto meno di un anno per metterlo in pratica e già da tempo è iniziato il conto alla rovescia della fine di questi cinque anni, ora che siamo cresciuti tutti insieme, diventa sempre più concretamente possibile per tutti. Sento ora la responsabilità di trasformare questa promessa in un viaggio vero, visto che così ho sempre fatto, cercando di non mancare mai agli impegni presi, io penso che essere insegnanti credibili ha un peso enorme in aula. E avrà un peso anche dopo quando la scuola primaria sarà solo un ricordo.
Intanto esso sta rendendo i nostri legami più saldi, perché nulla rende più saldo il rapporto in una classe se non lavorare e adoperarsi per un comune sogno.© Crescere Creativamente consulta i Credits o contatta l'autrice.