La commedia è servita è il titolo del bellissimo contest della Patty, che consiste essenzialmente nella libera associazione tra un film e un piatto. La prima volta che ho letto di che si trattava e il regolamento, confesso di essermi spaventata: apprezzo i buoni film come tutti, ma non posso certo definirmi un'appassionata. Poi ho riletto attentamente il suo esempio con Victor-Victoria, e le rotelle del cervello hanno cominciato a darsi da fare.
Per questa mia prima interpretazione (commedia sofisticata) ho scelto La rosa purpurea del Cairo di Woody Allen, uscito nel 1985 e che ho visto per la prima volta in lingua originale proprio quell'anno, perché mi trovavo in Inghilterra per motivi di studio.
New Jersey, anni ’30. Cecilia fa la cameriera per mantenere se stessa e un marito dispotico e fannullone. Ciò che l'aiuta a tirare avanti è andare al cinema, dove guarda film romantici e sogna una vita diversa. Un giorno perde il lavoro e si consola rifugiandosi al cinema, dove guarda per l'ennesima volta La rosa purpurea del Cairo. Tom, protagonista del film, si accorge di lei e improvvisamente interrompe la recitazione (già prima si vede che ha lo sguardo inquieto) per esclamare: “Perbacco, deve piacerti molto questo film!”. Seguono un dialogo surreale (“dici a me?” “sì, dico a te: è già la quinta volta che lo vedi”) e l’uscita del personaggio dallo schermo, tra lo sconcerto del pubblico e del direttore del cinematografo. Tom e Celia escono all’aperto, si conoscono e si innamorano; sono gli unici personaggi che possono passare a piacimento dalla realtà alla finzione cinematografica, grazie a una sorta di innocenza che permette loro uscire dagli schemi prefissati della vita e del piccolo schermo. Gli altri invece vivono secondo il ruolo che è stato loro assegnato e faticano a discostarsene.
COUS COUS TRAPANESE
(Da: Antonio Cardella - Sicilia in bocca - Harel edizioni)
- 600 g cous cous a grana medio-fine
- 1,5 - 2 kg* pesce misto da zuppa (triglie, gallinelle, scorfani, merluzzetti, pesce San Pietro, dentici, pescatrice, etc. Scegliere almeno 4 tipi diversi di pesce.
- 1 cipolla
- 3-4 spicchi d'aglio
- 5 pomodori
- 1 mazzetto di prezzemolo
- 2 gambi di sedano, foglie incluse
- 1 mazzetto di basilico
- 1 peperoncino di Cajenna sbriciolato
- olio extravergine d'oliva
- 1 cucchiaio di estratto siciliano di pomodoro (o di triplo concentrato)
- sale
- pepe
- noce moscata
- 2 chiodi di garofano
- 3 l acqua bollente
- 150 g farina 00
- 80 ml di acqua
In teoria il pesce utilizzato per la ghiotta non andrebbe usato in accompagnamento al cous cous perché ha perso oramai tutti i suoi elementi nutritivi, cedendoli al brodo. In pratica però non ho ancora conosciuto la massaia che abbia cuore di buttarlo. Io ne riduco la polpa, accuratamente diliscata, in piccoli pezzi, che mischio alla semola prima di servirla.
Nel frattempo impastare farina e acqua e mettere l'impasto a riposare coperto da pellicola trasparente. Trasferire un terzo abbondante del brodo e le teste dei pesci nella parte inferiore della cuscusiera (o della pentola per la cottura a vapore), diluendolo con 1 litro di acqua calda. Ungere uniformemente la semola con poco olio extravergine di oliva (10 g di olio per ogni 100 g di semola) e mescolare bene con una forchetta per essere certi che venga unta uniformemente: questo le permetterà di non attaccarsi durante la cottura, diventando un unico pastone. Disporre la semola su una doppia garza da cucina o su un tovagliolo (lavato a mano con sapone di marsiglia, sciacquato benissimo e senza ammorbidente) a trama non troppo spessa, mettere il tovagliolo con la semola nella parte superiore della cuscusiera o sul cestello per la cottura al vapore e badare che sia distribuita uniformemente. Tirare l'impasto di farina e acqua precedentemente preparato formando una striscia lunga, stretta e sottile (circa 4 cm di larghezza). Se la striscia dovesse risultare più larga non preoccupatevi: stendetela, poi tagliatela a metà nel senso della lunghezza, saldate i due capi e continuate a stendere. Saldare la parte inferiore della pentola a quella superiore, in modo che il vapore non fuoriesca ma vada tutto verso la semola, facendola cuocere.