Avete presente quelle trasmissioni su Gambero Rosso Channel in cui un grande chef discute di una sua ricetta davanti alle telecamere, in un salone di degustazione con un centinaio di spettatori?
Ecco, ieri io ero lì, tra il pubblico, solo che non ero su Gambero Rosso, ma a piazza Santuario a San Vito Lo Capo, durante il Couscous Fest Preview (manifestazione alla quale ormai partecipo da anni, ma a Settembre), al quale sono andata quasi esclusivamente per questo laboratorio.
Le attese erano grandi, da parte mia: mentre andavo a piedi, ben in anticipo, mi dicevo "Dai, non ci sarà molta gente. Chi vuoi che sia tanto interessato ad imparare il procedimento di una ricetta?!?"
Ma non avevo fatto i conti con una cosa importante: in sicilia, ahimé, quando c'è qualcosa di gratuito, la gente potrebbe anche ammazzare per avere il biglietto di ingresso.
E così quando sono arrivata, in meno di 5 minuti li avevano terminati. Tristezza infinita.
Le hostess però, gentilmente, mi hanno detto di non andare via, perché se qualcuno non si fosse presentato avrebbero fatto entrare quelli senza biglietto. E così, un pò delusa, sono rimasta lì davanti a scattare qualche foto.
Mentre aspettavo, un senso di frustrazione e rodimento cresceva dentro di me: tra la fila che si formava c'era gente che non sapeva nemmeno a cosa stava andando,cpsa avrebbe visto, alcunoi avevano persino sbagliato manifestazione pensando di ritirare il biglietto per l'evento successivo, e, ascoltando i discorsi, sentivo ragazzine che dicevano "Posso dare via il mio piatto? A me il couscous non piace"
E allora (urlavo dentro di me) perché ci vai e togli il posto a chi è sinceramente interessato????
Va beh.
Fortuna ha voluto che la mia attesa fosse premiata, e tra la folla radunata una ragazza, chiacchierando, mi ha offerto un biglietto che aveva preso in più (sguardo al cielo).
Così non solo mi sono seduta, ma ho trovato anche un ottimo posto.
Purtroppo il Lab è partito con quasi un'ora di ritardo, a scapito della preparazione della procedura della ricetta, alla quale io invece ero parecchio interessata.
In compenso, invece, ho ascoltato molte cose interessanti sulla preparazione del couscous precotto, al quale io non sono per niente affezionata, con qualche segreto tecnico per renderlo appetibile come la normale semola di couscous, che vi racconterò appena lo sperimenterò con le mie mani.
Il piatto preparato dalla Chef Piera Spagnolo era un couscous con mela annurca, melograno, passito di pantelleria e pistacchi di bronte.
Mi ha colpito la semplicità degli accostamenti: il couscous non era dolce, ma un couscous basico, in versione tabouleh: sapore neutro-salato, condito da pistacchi, spezie, e melograno. Il passito, io non l'ho sentito...
A volere osare, l'avrei servito come piatto unico, più che come dessert.
In compenso mi ha sorpreso la dolcezza della mela annurca, ed il sapore perfetto che conferiva al piatto. Io forse l'avrei anche spezzettata nella semola, invece di servirla intera, tagliata a metà.
Il vino lo conoscevo, un Fazio Nero D'Avola, e l'ho apprezzato di più dopo aver mangiato il couscous, segno che l'abbinamento era molto azzeccato (e ci mancherebbe!).
Una piccola nota di chiusura: è stato bello prendermi del tempo per me, ma soprattutto farlo per una cosa a cui tenevo molto. SOno questi i momenti che mi riconciliano con la vita.
Anche se le aspettative non sono state del tutto confermate, perché il ritardo, come accennavo, ha penalizzato sul procedimento della ricetta, dopo questo laboratorio ho imparato cose nuove, come la preparazione del couscous dolce.
Conoscenze ancora insufficienti, ma potrò ora documentarmi con una prospettiva diversa sul piatto. E vi racconterò!