Ben presto si rende conto che la differenza tra i giovani romeni e i giovani romani (italiani) è minima. Il paese di Bengodi, coem letteratura vuole, è solo un'illusione, portare il pane a casa è durissima per tutti. Amoroso racconta con molto tatto l'amicizia tra i due ragazzi, l'atmosfera che pervade il film è di profonda verità, al limite del documentario. Ottimi i due attori, specialmente Luca Lionello, talmente bravo da superare in alcuni casi il confine tra la recitazione e la naturalezza. La fotografia non aiuta -troppi i cambi di luce se non quelli addirittura di grana- ma la regia non ne risente troppo. Come definizione vuole, il film rappresenta benissimo cosa voglia dir precario. Ci sono momenti in cui lavora solo uno dei due, altri in cui lavorano entrambi, altri ancora in cui sono ambedue disoccupati, tutto in pochi giorni. Si arriva al paradosso di sognare di aprire un locale in Romania, al completo ribaltamento della situazione iniziale . A questo proposito molto incisiva la scena in cui Michele si finge extracomunitario, incisiva perchè dimostra benissimo senza neanche apparire tanto forzata cosa vuol dire mettersi nei panni l'uno dell'altro. Amoroso vuole raccontare una storia, la narrazione è la prima istanza che lo muove. Lo fa in maniera un pò discontinua (troppo lunghe e reiterate le sequenza dell'alta moda ad esempio) e alcune volte un pò troppo ad effetto (i nudi integrali maschili non una, non due, ma tre, quattro volte atte soprattutto a conferire in Michele una latenza omosessuale forse inutile alla fine dei conti. O forse no...) ma riesce in maniera magari un pò grezza a dire tutto quello che voleva dire. Tra l'altro crea una scena madre fantastica, quella del manifesto pubblicitario. Senza bisogno di un minimo dialogo rappresenta al meglio in una sola immagine cosa sia la speculazione sul dolore, il definitivo crollo di qualsiasi minimo valore. Quel "dovresti vergognarti" che Ioan riserva alla fotografa è in questo caso perfetto perchè in completa "simbiosi" con tutta la sua vita. Il rifiuto di trarre profitto da una tragedia che l'ha colpito così profondamente (specialmente negli affetti) è quasi dovuto. Meglio avere la dignità di trovarsi difficilmente da mangiare che affogarsi ipocritamente nella Milano da bere.Il finale, se da un lato risulta un tantino forzato (proprio lo stesso giorno? E quella telefonata sarebbe stata così importante? ), dall'altro è costruito in maniera esemplare perchè riesce a cambiar scenario almeno tre volte in 5 minuti.Forse, affinchè Cover Boy risulti più incisivo, affinchè quel grido d'allarme sia urlato ancora più forte, non è altro che un finale necessario.
( voto 7,5 )