Questa volta Capital in the World mi ha proprio sorpreso: non solo per la prima volta dall’inizio di questo programma radiofonico si portano in Italia – e precisamente in Basilicata – ma si circondano anche di blogger, videomaker e altri marinai della comunicazione digitale. Mi aggrego anch’io, anche se un po’ in ritardo, e mi lascio portare alla scoperta di una regione spesso dimenticata tra le spire di un’Italia sempre più distratta.
A metà strada tra l’Appennino Lucano e il Mar Ionio, la nostra macchina si insinua tra le colline fiancheggiate dai numerosi calanchi, i profondi solchi scavati nel terreno cretoso dalla discesa a valle delle acque piovane. Dietro ogni curva si cela un paesaggio inedito, una distesa variegata di campi e avvallamenti che raggiunge l’orizzonte senza ammettere interruzione. Dietro una curva in particolare, però, svetta una collina più alta della altre. Strappando il terreno alla fitta vegetazione si ergono le rocce, sulle quali poggia quasi indistinto il borgo fantasma che una volta era la città di Craco.
Un fascino tetro e spettrale, un museo a cielo aperto che si staglia testardamente contro l’orizzonte altrimenti consegnato interamente alle curve delle formazioni naturali. Craco è il bellissimo ricordo del tragico destino di una popolazione costretta ad abbandonare le proprie case, l’esemplificazione di una regione incantevole ma segnata da una storia spesso sofferta. La Basilicata, le cui attrazioni naturali e culturali si accompagnano a un vuoto politico ed economico che da oltre un secolo condanna i suoi figli all’emigrazione, si rispecchia in questo piccolo borgo abbandonato sulla cima della sua collina.
Noto con il nome attuale sin dal 1060, nel medioevo Craco aveva fama di “paese combattivo e mai vinto”. Intorno agli anni Sessanta arrivò a contare circa 2000 abitanti, l’attività più diffusa era la coltivazione del grano e numerose famiglie dagli antichi fasti nobiliari avevano in paese le loro ville sontuose arredate con marmi e affreschi. Oggi, però, Craco conta poco più di 700 abitanti, tutti residenti nella nuova frazione Pescheria. La città vecchia, con il suo prezioso centro storico, è stata completamente evacuata a partire dagli anni Settanta a causa delle violenti frane che hanno scosso il terreno, conseguenza di un degenerato tentativo di costruire un’acquedotto negli anni Quaranta, seguito da infiltrazioni d’acqua, infauste scelte urbanistiche e lo sradicamento dei pochi alberi che trattenevano i fenomeni franosi.
Tre anni fa ha avuto inizio un tentativo di valorizzazione del borgo, che ha portato alla costituzione del Parco Museale Centro Storico di Craco. Alcuni percorsi tra le strade del centro sono stati messi in sicurezza e ampie recinzioni accompagnano i visitatori alla scoperta di ciò che rimane del vecchio paese: sarebbe a dire, tutto ciò che non è stato razziato, deturpato o distrutto dall’opera dei vandali. Al centro di Craco resistono ancora le mura della Chiesa Madre dedicata a San Nicola, sebbene i tesori al suo interno siano caduti preda dello sciacallaggio. Rimangono le tracce di alcuni affreschi risalenti al Seicento e un antico organo del Settecento.
Saliti sulla parte alta del paese, sotto la collina si staglia un paesaggio quasi lunare, la Valle della Salandrella dalle tinte grige e marroni. Tra le ombre dei calanchi per decenni si sono nascosti i briganti a cui il regio esercito dei Savoia dava la caccia. Tra questi il più famoso è il brigante Cappuccino, originario proprio di Craco, la cui banda venne sconfitta in una battaglia ai piedi del paese. Lui riuscì a fuggire, ma molti suoi compagni vennero fucilati sotto lo sguardo soddisfatto dei baroni Cammarota. Si dice che, indignati dal compiacimento di questi nobili cacciatori di briganti, i compagni di Cappuccino maledissero tutta la casata ed essa si estinse per mancanza di eredi.
Se passate dalla Basilicata, andate anche voi a visitare Craco, non ve ne pentirete. Andate a vedere quest’opera tragica e meravigliosa, godete della sua bellezza e, se potete, sentitevi vicini ai suoi abitanti. Lasciatevi rapire dal suo fascino surreale e siatene participi: in fondo anche Craco non è che un’altra storia italiana…
Dove si trova Craco?
Grazie a Lonely Planet Italia, Radio Capital e Can’t Forget Italy per aver realizzato questo progetto.
Per ulteriori informazioni sul turismo in Basilicata: basilicataturistica.com.
Flavio Alagia
Dopo una laurea in giornalismo a Verona, mi sono messo lo zaino sulle spalle e non mi sono più fermato. Sei mesi a Londra, un anno in India, e poi il Brasile, il Sudafrica… non c’è un posto al mondo dove non andrei, e non credo sia poco dal momento che odio volare. L’aereo? Fatemi portare un paracadute e poi ne riparliamo.
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