Crash – David Cronenberg

Creato il 21 giugno 2012 da Maxscorda @MaxScorda

21 giugno 2012 Lascia un commento

Immagino che a Cronenberg non sia parso vero leggere un romanzo come "Crash" di Ballard e che a fine lettura si sia alzato di scatto dal divano e telefonando al suo agente abbia urlato "Questo me lo pappo io!"
Forse la scena non sara’ stata cosi’ fantozziana ma certo e’ che le citazioni si confondono e senza conoscere Ballard si penserebbe che abbia scritto "Crash" con la foto del regista sullo specchio del bagno, come Rocky e Ivan Drago.
Che le cose non stiano cosi’ lo dice la presenza costantemente e nuovamente declinata di tutte le tematiche care allo scrittore, il sesso innanzitutto, condanna e salvezza di un Occidente collassato e pronto alla deflagrazione, poi il rapporto stretto tra uomo e mezzo, unione che ben si sposa con la ricerca deviante di una realta’ decentrata ma non aliena al normale vivere quotidiano. 
Accade cosi’ che un incidente stradale sveli al protagonista, omonimo dell’autore, nuove vie del sesso da percorrere dopo molte ricerche fallite e nel contempo si apra innanzi ai suoi occhi, un mondo nuovo e molto, molto pericoloso a base di incidenti, auto schiantate e corpi alla costante ricerca dell’impatto, del contorcimento, della penetrazione, ogni penetrazione possibile.
Di tutta la filmografia di Cronenberg, ho voluto tenerlo per ultimo o quasi, perche’ troppo ballardiano nel soggetto laddove certe esplorazioni, la nuova carne per capirci,  le aveva gia’ compiute il regista da "Il demone sotto la pelle" in poi e fara’ di meglio col successivo "EXistenZ", quindi cio’ che resta e’ la variante sesso che gira e rigira per Ballard e’ un fine, per Cronenberg e’ un mezzo e non so, alla fine non mi ha entusiasmato.
Attenzione, Cronenberg e’ perfetto perche’ sa rimanere fedele alla sua iconografia e non delude, riconoscibile eppure mai uguale a se stesso, un piacere sempre e comunque. Il soggetto invece non mi prende, non mi coinvolge, non mi pone domande e non mi emoziona. Questione di gusti, non e’ colpa di nessuno.
Anche le interpretazioni mi lasciano indifferente e dire che c’e’ gente di mestiere in ballo ma temo che senza la giusta magia, anche la recitazione si sfaldi inutilmente sul terreno.
Con "Crash" ho gia’ dato, per fortuna rimane in imperitura memoria tutto quanto il resto.

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