Crash, raccolta di racconti di Daniela Piras pubblicata recentemente da Marco Del Bucchia Editore, esplora con attenzione, lucidità e ironia un tema di grande attualità: la crisi.
Pur ambientando i racconti soprattutto in Sardegna, in particolare a Sassari, sua città di origine, l'autrice traccia il ritratto dei tanti giovani (e meno giovani) italiani che lottano quotidianamente per affermarsi da un punto di vista lavorativo e personale. E così l'ambientazione, le problematiche affrontate, il disagio dei personaggi, descrivono la situazione di crisi di un paese intero che, come sintetizza la presentazione del libro, ha oramai "una sola speranza, la stessa che hanno i protagonisti delle undici storie narrate in questo libro: che finisca al più presto".
Crash non racconta però solo la crisi economica. Piuttosto, attraverso questa, l'autrice indaga quella più intima e personale che porta i suoi protagonisti ad affrontare un momento di profonda difficoltà esistenziale; giunge infatti un momento della vita in cui bisogna fare i conti con ciò che si è realmente ottenuto e raggiunto, rispetto alle aspettative giovanili. Una sorta di bilancio che a volte si è costretti a fare nel confronto con l'altro, soprattutto rincontrandolo a distanza di tempo. Le aspirazioni quasi dimenticate riemergono e cedono il posto alla delusione personale. Sono però riflessioni che giungono solitamente a un'età in cui ancora è possibile dare un'indicazione diversa alla propria esistenza, ed è questo il messaggio di speranza che colgo nella lettura di alcuni racconti di Daniela Piras.
Nel corso della lettura, quando ti sembra che tutto abbia oramai preso una certa piega, ecco che le righe finali del racconto possono riservare una sorpresa spiazzante, quasi di rottura: Crash! A volte in empatia con il personaggio di cui hai seguito le vicende, tiri un sospiro di sollievo, per lui, con lui. A volte rileggi le righe dell' amaro finale.
Come è già avvenuto in precedenti pubblicazioni, Daniela Piras si sofferma di frequente anche sul degrado paesaggistico, in particolare proponiamo le seguenti parole tratte dal racconto "L'equivoco" che descrivono il centro di Sassari ma, in fondo, fotografano la situazione in cui versano anche tante altre città italiane:
"[...]Nel frattempo Giuseppe, in vicolo delle muraglie, stava facendo due passi per esaminare il quartiere circostante l'appartamento. Non era male, si trattava di uno dei centri storici più ampi d'Europa. Un vero patrimonio architettonico. Notò subito che tutta la città vecchia meritava un'opportuna rivalorizzazione. Quel rione, in ogni caso, aveva qualcosa di molto particolare: conservava il fascino del periodo medievale. Giuseppe provava a immaginare intatta la recinzione muraria che un tempo circondava la città e che in quel tratto presentava ancora tracce visibili, anche se impercettibili ai più. Inorridì notando una mansarda costruita proprio sopra alle mura: s'intravedeva anche la tenda della doccia che svolazzava dalla finestrella del bagno, proprio a pochi metri dai tre stemmi che testimoniavano tre diversi momenti storici della città turritana. L'architetto cercò di osservare meglio quella strana forma di edilizia moderna: si trovava davanti a una vera e propria sopraelevazione delle antiche mura, uno scempio architettonico non da poco".
Daniela Piras con il suo sguardo attento continua ad osservare e a narrare ciò che la circonda e la scrittura raggiunge con Crash un'ulteriore maturazione .
Qui di seguito vi proponiamo un'intervista che avevamo realizzato un po' di tempo fa:
In Sardegna con Daniela Piras