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Le crassulacee provengono dalle regioni aride del Sud
Africa. Come tutte le succulente, queste
piante sono strutturate in modo da incamerare riserve di acqua per superare i periodi di siccità. La crassula arborescens trattiene l'acqua sia nel fusto, che è formato da una specie di anelli sovrapposti, sia nelle foglie. Il nome "crassula" deriva dal latino crassus, che significa per l'appunto "grasso". Distinguiamo la crassula arborescens dalle altre varietà della stessa famiglia soprattutto per il colore delle foglie, che è di un verde argenteo. I fiorellini compaiono verso maggio e sono bianchi o leggermente rosati, raggruppati in infiorescenze su steli. La crassula arborescens ha un portamento eretto e può raggiungere e superare abbondantemente un paio di metri di altezza. E' una delle varietà più conosciute e coltivate, anche grazie alla sua adattabilità. Può essere confusa con la crassula ovata, dalla quale si distingue per il colore delle foglie (verde scuro nel caso della ovata) e per le dimensioni maggiori che può raggiungere.
La crassula arborescens è considerata una pianta molto semplice da far crescere, che non ha bisogno di cure né di attenzioni. In realtà, è vero che la crassula non muore facilmente e cerca di sopravvivere anche in condizioni difficili, ma in quel caso si limita a vegetare. Con un minimo di dedizione, invece, questa pianta cresce sana e acquista interesse da parte dei suoi estimatori. Il terriccio migliore per le sue esigenze è ben drenato, di torba mista a sabbia. Vuole una posizione molto luminosa e non teme particolarmente il sole diretto. La crassula arborescens cresce più velocemente da giovane, per rallentare la velocità di sviluppo nel corso degli anni. Per questo va rinvasata più spesso, circa ogni due anni, nei primi tempi e poi solo quando si vede che le radici hanno occupato tutto il vaso. Se possibile, meglio usare vasi in terracotta che diminuiscono il rischio di eccessiva umidità, uno dei nemici maggiori della crassula, e meglio usare vasi discretamente larghi, ma non troppo profondi, poiché le radici tendono a svilupparsi in orizzontale.
Le Crassula arborescens, come del resto le succulente in generale, non sono attaccate da molte malattie o funghi, soprattutto se si riesce a trovar loro la giusta posizione e annaffiarle in modo corretto. Esaminiamo, tuttavia, le principali fonti di disagio che può avere la pianta. Se il fusto comincia a marcire è indice di eccessivo apporto d'acqua. Se ci si accorge in tempo, la si può salvare sospendendo le annaffiature e tirando la pianta fuori dal vaso per farla asciugare. Se si riesce a salvarla, bisognerà aspettare 2 settimane prima di riprendere con annaffiature più attente. Se perde le foglie e sembra avvizzita, probabilmente soffre il freddo e dovrebbe essere riparata da gelo e correnti d'aria. Quando la crassula si presenta come svuotata, vuol dire che è stata privata di acqua per un periodo troppo lungo. Bisogna annaffiarla, se non è troppo tardi. La cocciniglia attacca la pianta procurandole macchie brune sulla parte inferiore delle foglie. Si può trattare di cocciniglia bruna o di cocciniglia farinosa. In entrambi i casi si provvede eliminando i parassiti con batuffoli d'ovatta imbevuti di alcool, o anche antiparassitari specifici.
Alcune varietà di crassula, tra cui anche la arborescens, per le caratteristiche di crescita lenta (da un certo punto in poi), di limitato apparato radicale e di propensione a vivere anche al chiuso, si prestano ad essere modellate come bonsai. Risultano molto valide esteticamente e sono un ottimo terreno di prova per chi vuole esercitarsi nell'arte del bonsai. Il procedimento consiste, per grandi linee, nel potare la pianta secondo la forma prestabilita, durante il periodo vegetativo. Si avrà cura di lasciare sempre asciugare la terra tra un'innafiatura e l'altra, e di concimare leggermente in primavera ed estate. Questi sono accorgimenti che valgono in generale e non solo per le crassule destinate a divenire bonsai. La pianta viene fatta crescere in un substrato per bonsai e rinvasata ogni due anni, tagliando leggermente le radici. Le foglie che crescono sul tronco vanno eliminate, così pure quelle più basse. Durante la primavera si cimano i germogli che superano l'altezza stabilita. Si può ottenere un bonsai in stile eretto, a due tronchi o anche a tronco multiplo.
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