1. OBIETTIVO
Nessuno si radunerà attorno ad un progetto che non ha né capo né coda, bisogna dare alla gente la possibilità di credere in qualcosa ed accendere in loro il desiderio di conquistare questo qualcosa o di usufruirne in maniera del tutto passiva. La butto lì: vi iscrivereste mai in un fan-site di qualsiasi cosa che tralascia o omette pesantemente notizie ed aggiornamenti relativi al prodotto/servizio erogato? Ovviamente no: l’attività di uno staff è la prima cosa che balza agli occhi, se l’ultimo update risale al Jurassico nessuno vi cagherà di striscio.
2. TARGET
Per parlare con la propria utenza, bisogna essere la propria utenza. Per quanto l’uomo sia in grado di fingere, è difficile che un carnivoro convinto possa aprire in maniera appassionata e di parte (perché a volte bisogna essere di parte) una convention sul veganismo. Se quindi vuoi radunare persone attorno ad una idea solo per fini economici, beh: adeguati, o delega tutto a qualcun’altro. Anche se questo qualcun’altro non ti piace.
3. IMMAGINE
Da programmatore ho sempre e spesso snobbato il lavoro del designer, tuttavia bisogna ammettere che anche come si appare gioca un ruolo importante nella selezione dell’utenza. Sicuramente un sito figo aiuta, ma aiuta ancora di più avere qualcosa di distintivo come possa essere un logo fatto bene, dei colori sociali, e chi più ne ha più ne metta. Ovviamente tutto questo lavoro sarà completamente vano se non si avrà una continuità spaziale (non esiste che diverse sezioni del sito abbiano impostazioni grafiche differenti) e temporale (cambiare una volta ogni morte del papa va bene, ma una volta ogni 2 settimane è un suicidio mediatico gratuito).
4. COMUNICAZIONE
Parlare agli altri e comunicare le proprie idee diventa sempre più difficile man mano che aumentano i media di riferimento, e spesso in mancanza di staff si è costretti a filtrare e sceglierne pochi. Meglio separare i ruoli tra chi gestisce i diversi media, ognuno avrà il proprio lavoro da svolgere e si concentrerà sui trucchi specifici per far presa sul pubblico. Tra questi, giusto per specificare, formattazione e orari di condivisione sono essenziali. Banalmente: se io scrivo news nel sito, non dovrò essere io a condividerle su Facebook. Anche qui la parola d’ordine è “differenziarsi”: un metodo innovativo di proporsi facilmente diventa virale e ripaga degli sforzi fatti. E qualora la fantasia dovesse venire meno, si può sempre mettere mano al portafoglio.
5. INTEGRAZIONE
I moduli di iscrizione sono il cancro, gli ostacoli dell’utente medio che preferisce sdraiarsi su una panchina invece che proseguire la corsa dopo la prima difficoltà. Integrazione significa consentire all’utente di diventare parte del tuo network in maniera semplice ed immediata, compilando poca roba o non compilandola proprio. Integrazione significa anche evitare ogni qualsivoglia layout macchinoso o difficile da usare, deve essere il tuo prodotto ad adattarsi ai gusti del target e non viceversa. Ancora, se la piattaforma è unica, anche il database utenti (e quindi il login) deve necessariamente essere unico.
5. PARTECIPAZIONE
Utopisticamente, le community che ruotano attorno ad un prodotto/servizio sono bottom-up. Realisticamente, sono top-down. Non devi aspettarti che l’utenza abbia voglia di fare, a meno che il tuo obiettivo non sia proprio questo; è tempo perso. Bisogna mettere assieme con un collante ultraforte un team in grado di assolvere a tutti i precedenti punti, e fare in modo che quest’ultimo possa rendere felici i sottoscrittori e coinvolgerli. Se la gente sente parlare di sé in maniera positiva, è contenta ma sta in silenzio. Se la gente sente parlare di sé in maniera negativa, è meno contenta ma flamma e crea numeri nella pagina delle statistiche. Non esiste utenza in un posto dove tutti sono uguali, qualcuno deve essere più uguale di altri (in maniera più o meno velata) e quel qualcuno deve essere la stessa persona che avvia o gestisce il progetto.
6. FIDELIZZAZIONE
Hai conquistato un cliente? Tienitelo stretto. Incentiva i tuoi iscritti a ritornare periodicamente sul sito e non lasciare che altri te lo soffino, anche con i metodi più subdoli. E’ molto mafioso a dirsi, ma è così, i regalini sottobanco funzionano sempre e contribuiscono anche a dare visibilità. In ogni caso, mai cambiare impostazione o obiettivo altrimenti si rischia il patatrack più totale e la pubblica gogna mediatica: se proprio si vuole cambiare qualcosa a motore caldo, con moderazione e lentamente.
Non a caso questo blog non ha utenza. Non ha un obiettivo se non nella testa del sottoscritto che scrive (e forse nemmeno qui), non ha un target, non comunica come dovrebbe, non integra un bel niente, la partecipazione la si vede col cannocchiale e gli utenti sono tutti casual. L’unica volta che ho centrato l’obiettivo, come da punto 5, è stato criticando qualcosa e spammando adeguatamente. E, come concluderebbe qualcuno di mia conoscenza, bau.