Ci sono (poche) volte in cui vorresti strozzare la mamma per avere buttato dei capi che oggi sarebbero vintage. Io ho avuto persino una nonna che usava una LV d'annata per fare la spesa al mercato. Al mercato, quello del pesce, dico. Non perché sia ricca e abbia borse firmate da vendere, solo perché era una borsa vecchia che non andava bene per la Messa della domenica. Ho avuto la forza di dirle solo: "Ma...ma...ma nooonna!"
E poi ci sono volte in cui strabuzzo gli occhi rifiutandomi di credere alla realtà.
Tipo:
le calze a rete. (nella vostra testa dovete pronunciarlo come gli Avion Travel in Elisir:)
Passate da simbolo delle prostitute per eccellenza alle gambe delle signore bene della borghesia, questi simpatici accessori dimmerda sono indossati per lo più da chi vuole mettere le calze d'estate. Ma perché?
A meno che non soffri di vene varicose, e allora vai di collant medici, perché devi inguainarti in questo incubo che ti lascerà le gambe tatuate a salame per ore anche dopo che le avrai tolte?
Che essendo fatte a buchi sono più propense a bucarsi/incastrarsi/rompersi dei collant?
Che prudono come una foglia di ortica infilata tra le chiappe?
Credevo fossero state confinate alle ballerine della televisione, nella versione color carne, che non si vede da lontano. (Per quello le gambe delle ballerine sembrano ben tornite, sono insaccate) E invece. Ho notato che stanno ricomparendo e nemmeno progressivamente. Un giorno, bum! mi sono ritrovata a S.Ambrogio circondata da Cattolichine insaccate, sciùre milanesi insaccate, donne in carriera insaccate. Ho iniziato a battermi le mani sulle orecchie gridando:"Ahahahahah" e cercando di svegliarmi dall'incubo, ma gnènte.
il colore blu nell'armadio. Sono figlia di una giovane madre degli anni '80 in provincia, quindi niente punk tranne a carnevale, ma tanto blu marine. Non Blumarine, ma blu marine. Quel blu lì, sì quello classico, quello da trench di Burberry... Nonostante la prima litigata tra me e mia madre sia stata a 3 anni su cosa NON volevo indossare per andare all'asilo, lei è riuscita comunque a infilare nel tempo dei capi blu nel mio armadio, del tipo che ho foto sui 9 anni con pantalone blu, scarpa blu e maglione di cotone a righe bianche e blu. Profumo della mamma: Trussardi 1911. Oddio gli anni '90! Odio talmente tanto quella tonalità di blu che ho giurato a me stessa che l'avrei debellato dal mio armadio. Complice la moda, che lo ha bandito per circa dieci anni dalle passerelle, c'ero quasi riuscita. E invece. Si è insinuato sottoforma di spolverino di Aspesi che ancora oggi mi pento di avere acquistato in quanto troppo classico per me, in un paio di pantaloni di Asos che mi stanno d'incanto e in una adorevole giacca di Miu Miu (grazie Zit!). Cazzo, quel colore va con (quasi) tutto! Blu marine is the new grey. Ma se mi metto le calze a rete blu, vi autorizzo a organizzare una caccia a Oggi Mordo con fucile di precisione.
il colore arancione. Io e Arancione ci siamo molto amati in gioventù. Ognuno di noi ha degli anni bui, i miei sono stati particolarmente tamarri, e l'amore è culminato in un completo optical bianco e arancione con pantalone a zampa e a vita bassa. In pratica a 14 anni giravo vestita così:
Warning: la voglia di vomito fa parte del gioco ottico.
Chiedo umilmente perdono. Anche perché mi accordavo con una amica perché anche lei indossasse il suo completo optical viola e azzurro. Bruceremo tra le fiamme dell'inferno, lo so. A mia discolpa posso dire che erano gli anni '90, anni di grande confusione stilistica, anni in cui i modelli di riferimento erano Miriana Trevisan e Non è la Rai, quindi mi considero una sopravvissuta. Da quando sono rinsavita ho bandito il colore arancione dall'armadio, dagli accessori, dai bloc notes, dalla casa e persino dalla cucina. La mia riflessologa dice che il colore arancione è legato all'intestino, non è un caso che nemmeno io e Intestino andiamo d'accordo. Con l'arancione sto resistendo, ma sono talmente delusa dalla mia costanza che ci rivediamo al prossimo credevo... e invece.