Lo scorso 21 luglio era stato il papà di Claudia, Gianstefano, dopo aver telefonato più volte a casa della figlia senza ricevere risposta, a trovarle sul letto senza vita.
Il caso venne archiviato come un “omicidio-suicidio” con un totale di tranquillanti ingoiati pari a 95 xanax a cui si aggiungeva il gas dei i quattro fornelli da campeggio con le valvole aperte e le relative cartucce di gas butano.
Questo era stato il mix letale presentato come giustificazione di una morte impossibile da accettare a Gianstefano Ornesi, padre e nonno delle vittime. Una dimostrazione dei fatti a cui l’uomo non ha mai creduto. Così, insieme alla moglie, ha sollecitato gli inquirenti ad approfondire le indagini sul caso e, grazie a lui, oggi la morte di Claudia e della piccola Lidia, si spiega più con un duplice omicidio premeditato.
Il mostro di questa triste vicenda pare essere, invece, Maurizio Iori, padre della piccola Lidia, amante della donna e primario di Oculistica dell’Ospedale Maggiore di Crema.
L’uomo aveva da poco riconosciuto quella figlia illegittima avuta fuori dal matrimonio ma questo atto non era servito a migliorare i rapporti con l’ex amante, Claudia, dopo la loro rottura, anzi.
Secondo la Procura e la Squadra mobile di Cremona, Iori avrebbe premeditato il duplice delitto perché da tempo non riusciva più a reggere la pressione dall’ex compagna.
Claudia, infatti, «chiedeva per la bambina un maggiore riconoscimento di tipo sociale – hanno detto gli inquirenti durante la conferenza stampa in Procura a Crema – Iori aveva altre figlie da precedenti relazioni e sembra che quella più trascurata fosse proprio Livia»
Sono state le intercettazioni e i vari interrogatori a far venire a galla un’altra verità ovvero: a sedare ed avvelenare madre e figlia potrebbe essere stato proprio Maurizio Iorio.
«C’erano parecchi elementi che ci avevano insospettito subito in quel caso di omicidio-suicidio – ha detto il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Crema, Daniela Borgonovo – ma il più rilevante era stato non trovare la donna abbracciata alla sua bimba».
Prelevato nella sua abitazione, dove vive con una donna sposata di recente e la loro bambina, senza dire una parola e con la massima freddezza è stato tradotto prima in commissariato e poi trasportato al carcere di Cremona.
Oggi i genitori e sorella di Claudia, Paola Ornesi, dicono «Lo abbiamo sempre saputo che Claudia non si è suicidata e non ha ucciso sua figlia Livia. Era impensabile –ha aggiunto la sorella- che, così amante della vita e teneramente legata a Livia da un amore incommensurabile, potesse commettere un atto del genere, era ingiusto anche solo pensarlo»
Marina Angelo