Creme solari migliori: questione di filtri e giusta quantità

Da Annasimone @ecospiragli

Le creme solari con fattore di protezione elevato non ostacolano l’abbronzatura, quelli che credono il contrario commettono un errore. Durante le ultime vacanze estive al mare ho sentito la mia vicina di ombrellone dire al compagno: ”domani è il quarto giorno di esposizione, non metto più la crema protettiva perché ormai la pelle si è abituata, altrimenti non mi abbronzo” . E siccome chi si assomiglia si piglia, il tizio ha risposto: “Sì, tanto hai altre due settimane di vacanza, tornerai nerissima”. A me non è rimasto che andare a fare un bagno per liberarmi rapidamente della mera sciocchezza espressa dalla fan dell’abbronzatura pericolosa!

 Il valore del fattore di protezione solare, la famosa sigla Spf che troviamo sulle creme, altro non è che il rapporto tra la radiazione solare filtrata e la radiazione trasmessa alla pelle: ad esempio Spf 30 significa che passa 1/30 della radiazione solare (il 3,3%), mentre Spf 50 è uguale a 1/50 (cioè il 2%). Facendo un rapido calcolo il primo filtra il 96,7% dei raggi ultravioletti (UvB) mentre il secondo il 98%. Quindi non si tratta di uno scudo contro il sole! Inoltre, la crema solare protettiva va applicata in abbondanza e spesso, altrimenti è inutile. Forse non tutti sanno che le caratteristiche dei valori Spf e Uv sono calcolate in laboratorio applicando 2mg di prodotto per centimetro quadrato di pelle, (all’incirca un cucchiaino di crema per 2 cm quadrati), riducendo la quantità applicata, i valori calano sensibilmente.

Buona abbronzatura sana!

Anna Simone

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