E’ stato picchiato ieri senza pietà davanti il centro sociale Dordoni di Cremona, Emilio V., 49 anni, attivista del collettivo. L’uomo adesso è in coma presso l’Ospedale Maggiore, in gravissime condizioni: emorragia cerebrale, oltre al trauma cranico e toracico; era rimasto coinvolto nella rissa scaturita nel parcheggio di fronte il Dordoni, a seguito della partita di calcio Cremonese-Mantova.
Sulla base delle ricostruzioni, i militanti di Casa Pound, uscendo dallo stadio, si sarebbero fermati all’ingresso del centro sociale e lì sarebbe scoppiata la ressa a colpi di spranghe e di oggetti contundenti con gli attivisti di sinistra; viste le pessime condizioni di Emilio, i compagni lo hanno trascinato all’interno dell’edificio e chiamato immediatamente il 118.
La Polizia ha identificato 50 militanti di Casa Pound tra le persone coinvolte, ma nonostante questo la vicenda risulta ufficialmente non essere chiara: entrambe le ‘fazioni’ affermano di essere state aggredite (anche se il luogo dello scontro è indicativo); si cercano quindi testimoni, in mancanza di telecamere che provino l’accaduto. La sera stessa in città è stata organizzata una manifestazione anti-fascista e per sabato prossimo un corteo nazionale, che auspica alla chiusura di tutte le sedi fasciste nel territorio italiano.
Si pronunciano sul fatto alcuni esponenti di Sel e PD, che cercano chiarimenti: “È gravissimo quanto è avvenuto a Cremona, gli squadristi di CasaPound hanno chiaramente attaccato i militanti del centro sociale”, afferma Emanuele Fiano, della segreteria nazionale del Pd. Nicola Fratoianni, coordinatore di Sel, annuncia invece di voler presentare un’ interrogazione in Parlamento «affinché venga accertata la verità dei fatti e siano individuati i responsabili dell’aggressione di stampo fascista».
E ancora, parla Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, che sostiene: “E’ l’ennesima prova di inaudita e inammissibile violenza; è necessario far chiudere Casa Pound“