Messe a confronto, le crescite di Italia e Germania, rispettivamente dello 0,2% e dello 0,3% ma entrambe in rallentamento nel terzo trimestre 2015, presentano alcuni tratti comuni, soprattutto per quanto riguarda il mancato contributo all’aumento del Pil della componente estera. Per la Germania non si tratta di un dato inatteso. Per l’economia “locomotiva d’Europa” il punto di forza è da sempre il commercio estero, mentre ora sembrano consolidarsi più i consumi interni. È un tema ricorrente in quest’ultimo periodo, ma la domanda estera è condizionata anche dall’indebolimento dei mercati emergenti che di fatto stanno producendo un impatto negativo sull’economia tedesca (lo si era visto, anche, in occasione del calo della produzione industriale). Per quanto riguarda l’Italia – ricordando che quelle dell’Istat secondo cui il Pil è cresciuto dello 0,3% nel terzo trimestre dell’anno e dello 0,9% rispetto allo stesso periodo del 2014 (il dato più alto dal secondo trimestre del 2011) sono stime preliminari – si osserva che “dal lato della domanda vi è un contributo positivo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e uno negativo della componente estera netta”, cioè le esportazioni meno le importazioni. Di solito, quando la domanda interna è debole, gli sforzi delle imprese si concentrano maggiormente all’estero, ma da qualche tempo non sembra più essere questo il caso. Anche il presidente della Bce (Banca centrale europea), Mario Draghi, nella sua audizione al Parlamento europeo di giovedì ha sottolineato come “i rischi al ribasso che vengono dalla crescita e dal commercio globali” siano “chiaramente visibili”. Tuttavia la ripresa in Europa, sebbene ancora lenta, si sta mostrando – questo l’aspetto positivo – in grado di sostenere l’indebolimento della domanda estera grazie al miglioramento di consumi e investimenti. In definitiva il trend della Francia appare il medesimo. La crescita del Pil francese, infatti, è in accelerazione dopo la fase stagnante che ha caratterizzato il periodo precedente, +0,3% nel terzo trimestre 2015 e +1,2% su base annua. Tale incremento è dipeso in modo particolare dalla ripresa dei consumi, mentre il commercio estero registra una battuta d’arresto. Per quanto riguarda l’Eurozona la stima preliminare diffusa dall’Eurostat fa segnare un incremento del Pil dello 0,3% nel terzo trimestre, cioè ad un ritmo più lento dello 0,4% dei tre mesi precedenti. La crescita su base annua si attesta invece all’1,6%.
(anche su T-Mag)
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