di Quim Monzò
Marcos Y Marcos pagine 157 € 14,50
Leggo nel dizionario etimologico che la parola “cretino” deriva dal provenzale “crètin” che nel dialetto della Gironda diventa “crestin”ovvero : “cristiano!”, e tale parola la si adoperava per commiserare i nani o le persone con ritardi mentali o coloro che come i “cristiani” avevano la testa fra le nuvole,poco senso pratico: “poveri cristiani” secondo la cinica considerazione del volgo.
In realtà, come dimostra Monzò in questa raccolta di 19 racconti, i cretini sono stati e spesso sono coloro che questi epiteti dispregiativi li adoperano per farsi beffe del prossimo, che si credono acuti,intelligenti,sagaci fino a quando poi la vita non li pone di fronte alla loro miseria cosicchè anche loro si porranno davanti ad uno specchio e come “François Pignon”, celebre personaggio di Francis Veber nella “Cena dei cretini”, grideranno a se stessi:”Cretino, cretino, cretino, oh che cretino!”
Quim Monzò,scrittore
Aprire il libro di Monzò e immergersi nella lettura di queste storie è un po come passeggiare sulla Rambla della sua Barcellona, ogni tanto ti fermi a guardare l’artista di strada per capire come diavolo s’è conciato,ti chiedi:
” che personaggio sta interpretando?”
C’è l’uomo uscito di senno che si veste da donna, ci sono degli anziani abbandonati in un ospizio che discutono col figlio di eutanasia e il figlio sembra compiacersene, c’è l’ex viveur che ricorda “lo scannatoio” che divideva con l’amico che il cancro si è portato via,c’è l’uomo che guarda dalla finestra la vita degli altri perdendo completamente di vista la propria,c’è la donna abbandonata che per cancellare ogni traccia dell’ex marito arriva a distruggere l’appartamento dove hanno convissuto,c’è lo scrittore perseguitato dall’esordiente che alla fine ne diviene lo zimbello e non manca neanche qualche cinica breve chicca letteraria quasi blasfema come nel racconto “Il sangue del mese venturo” dove una Maria pratica e sorprendente risponde picche all’Arcangelo Gabriele: “non se ne parla nemmeno.Questo figlio non lo avrò”. C’è tutto lo spirito impudente e sprezzante di Monzò in questi scritti,quello che abbiamo apprezzato nei lavori con Bigas Luna e nel famoso discorso di apertura della Fiera del Libro di Francoforte del 2007, quello che si burla dei veri cretini.
di Luigi De Rosa
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