Crimson Peak segna il ritorno di Guillermo del Toro al genere horror, più propriamente al filone gotico con tanto di fantasmi e casa fatiscente.
Le atmosfere gotiche del film sono suggerite da una serie di allusioni, più che citazioni, a tutta la letteratura e la filmografia del genere: uno dei riferimenti più chiari riguarda l'amore impossibile di Thomas che ripropone il melodramma amoroso di Cime Tempestose; la casa fatiscente che sta sprofondando sotto i due fratelli schiavi del loro passato ha reminiscenze de La caduta della casa degli Usher e la determinazione con cui Lucille Sharpe protegge i segreti della magione ricordano (anche nella rigidità della postura) la signora Danvers, la governante di Rebecca la prima moglie.
Da un punto di vista artistico il rifemento va alla pittura preraffaellita e il look di Mia Wasikowska nella desolata Allerdale Hall si ispira chiaramente al quadro di Sir John Everett Millais The Bridesmaid.
L'uso di colori molto saturi richiama il ciclo dedicato a Poe diretto da Roger Corman con Vincent Price per protagonista.
Mille altre suggestioni si possono trovare nell'opera del regista messicano che però non è solo un film calligrafico: se “i fantasmi sono solo una metafora”, come ripete spesso Edith, questa storia per certi versi scontata (anche se si svela a poco a poco) è di grandissima attualità e di grande presa sul pubblico, visto il grande interesse che suscitano gli episodi di cronaca nera che in fondo ripropongono le stesse tematiche del film: passione, gelosia, denaro.