Crisi: Cgil, a giugno 660mila in cig

Creato il 17 luglio 2010 da Artigianauta
Sono oltre 660mila i lavoratori coinvolti nei processi di cassa integrazione da inizio anno con pesanti riflessi in busta paga, pari a una decurtazione del reddito per una cifra di oltre 2,4 miliardi di euro. Sono questi alcuni dei numeri che emergono dalle elaborazioni delle rilevazioni Inps da parte dell’Osservatorio Cig del dipartimento Settori produttivi della Cgil Nazionale nel rapporto di giugno. Un’analisi, inoltre, che alla luce degli oltre 660mila lavoratori stabilmente in Cig ricalcola il tasso di disoccupazione, contemplando anche gli inattivi, che passa così dal 9,1% (certificato dall’Istat per il primo trimestre) al 12,1%.


Dall’analisi della Cgil, il ricorso alle ore di Cassa integrazione conferma il trend al ribasso per quella ordinaria e per quella straordinaria ma vede un poderoso aumento della cassa integrazione in deroga (Cigd), ovvero lo strumento che estende gli ammortizzatori sociali ai lavoratori che finora non erano tutelati. Le ore di Cigd a giugno, infatti, aumentano su maggio del +7,30%, attestandosi così al valore più alto degli ultimi 18 mesi, mentre per quanto riguarda il primo semestre 2010 l’aumento tendenziale è del 637,51%, per un totale di 155.497.686 ore di Cigd. Quanto al tiraggio, il rapporto precisa che le ore effettive registrate nei primi quattro mesi (215.635.882) - pari a 336.931 lavoratori a zero ore - hanno già raggiunto il valore delle ore utilizzate nei primi sei mesi dello scorso anno segnando così un peggioramento di circa il 30% sul consumo effettivo di Cig sul 2009..............


.....TASSO DISOCCUPAZIONE - Il numero dei lavoratori in Cig, se sommato al numero degli inattivi (290.846 unità) e al totale dei disoccupati (2.273.318 unità), porta il tasso di disoccupazione registrato dall’Istat per il primo semestre dell’anno dal 9,1% al 12,1%. “Queste cifre potevano e potrebbero essere ridotte da azioni preventive contro la disoccupazione ma - conclude Scudiere - con la manovra del Governo invece questi dati sono destinati al peggioramento in assenza di politiche adeguate a fronteggiare la crisi per il lavoro e lo sviluppo”. 

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