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Crisi del settore cinematografico: un problema di cultura

Creato il 05 settembre 2010 da Francesco De Nicola

Era la scorsa settimana quando sono venuto a conoscenza di una triste notizia: gli amministratori di Blockbuster Video presenteranno a metà settembre istanza di fallimento, sia a causa della crisi economica che ha colpito le economie di tutto il mondo negli ultimi anni, sia soprattutto a causa del dilagante fenomeno della pirateria.

Penso perciò che, e qui sposto l’occhio sulla nostra Italia, non si possa più ignorare la piaga della pirateria che ogni anno uccide il fatturato di centinaia di aziende del settore, provocandone notevoli problemi finanziari. Si è parlato per anni di costi, di profitti, di prezzi alti, bassi, giusti, non giusti, di Sky, di Pay-per-View e molto altro ancora, ma a mio parere il problema è un altro: è una questione di cultura.

Perché cultura? Semplice. In Italia ha iniziato da tempo ad espandersi il concetto del “tutto e subito”. Posso averlo gratis e allora lo prendo, non importa cosa realmente ci posso fare, se mi è utile e se mi piace: l’importante è averlo ed internet è il mezzo per ottenerlo. Non è ovviamente solo il settore cinematografico ad aver subito conseguenze drammatiche da questo atteggiamento mentale e non è solo internet il mezzo demoniaco causa di tutti i mali, ma se ci addentriamo nello specifico del Cinema, quest’ultimo vede oggi l’attività di noleggio ridotta all’osso, con il momento del film in compagnia relegato alla visione di un film scaricato dalla rete, non sempre di buona qualità audio/video e magari neanche frutto di una scelta ponderata, come avveniva in videoteca, dopo averne letto la trama, qualche recensione o essersi confrontati con il commesso. E’ stata uccisa l’esperienza d’acquisto, quella esperienza che ogni esperto di marketing e comunicazione mette in cima alla lista degli aspetti basilari del fenomeno del consumo, su cui il riuscire a far leva può decretare il successo di un prodotto rispetto ad un altro, di un brand rispetto ad un suo concorrente diretto e anche di un negozio rispetto agli altri.

Non si può più continuare a mettere la testa sotto la sabbia. Siamo una società individualista dove ognuno è diverso dall’altro all’interno di un sistema di diritto che però ci rende uguali di fronte alle regole, o almeno questo dovrebbe essere. Tutti non possono fare tutto, tutti non possono avere tutto; la via per guarire è ripristinare una sana meritocrazia in tutti i campi, istruzione, lavoro, sport, cultura (e il cinema ne fa parte) dove, una volta riconosciuto il nostro ruolo a fronte delle nostre attitudini e dei nostri meriti, possiamo operare le scelte che vogliamo ci qualifichino.

Spero che il “caso Blockbuster” faccia riflettere il nostro paese e che il parlamento possa intraprendere la giusta strada legislativa per impedire che il sistema collassi definitivamente. Il rischio c’è……… e ora si vede.

Uno store Blockbuster annuncia la sua imminente chiusura
Uno store Blockbuster annuncia la sua imminente chiusura

Fonte: Ansa del 27 agosto 2010



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