Crisi di identità

Giovedì, terza ora, poco dopo il rientro dalle vacanze. La ‘povna completa con una discussione collettiva in classe il percorso di lettura, approfondimento, analisi del testo di A Christmas Carol di Dickens, che gli Extra-terrestri hanno fatto per natale.
“Vedete, dunque?” – dice accennando allo schema alla lavagna – “nel testo l’istanza educativa di Scrooge è affidata a personaggi diversi – non solo ai tre spiriti – che usano anche, consapevolmente, modalità differenti, per insegnare”.
Gli alieni annuiscono.
“Non fate sì, sì col capino fissandomi a occhi tondi. Forza, fuori gli esempi!”.
“…”.
“Dai, prendiamo Tiny Tim, per cominciare”.
Alza la mano Occhi di Gatto: “Lui non educa, fa emozionare, professoressa”.
“Sì, come il bambino Gesù del Gigante egoista” – aggiunge Paperino dall’altro lato della classe, dimenticandosi, nella foga del collegamento, persino di alzare la mano.
“Molto bene” – sorride la ‘povna. E proseguono su questa strada con parecchi personaggi. Alla fine, restano solo i tre spiriti.
“Il loro modo di educare è diverso” – osserva il Mio Amico, grattandosi la testa.
“Certo, loro insegnano proprio quello che c’è da capire” – rilancia Eliot.
La ‘povna annuisce soddisfatta: “E dunque, a che figura assomigliano, che professione? E’qualcosa che conoscete benissimo”.
“Io lo so, io lo so!” – si sbraccia Precisetti.
“Spara”.
“Lo psicologo!”.
La ‘povna alza un sopracciglio.
“No, il prete!” – interviene Prima della Classe, ma l’altro sopracciglio della ‘povna si solleva impietoso, nel silenzio.
Restano senza parole un poco tutti. Infine…
“La mamma?” – azzarda Scudiero con uno sguardo da ‘è sbagliato ma provo lo stesso’.
E solo dopo un altro silenzio sempre più disperato della ‘povna, si alza la mano di Bravo Ragazzo, a salvare in calcio d’angolo la ‘povna, con il suo esalato: “L’insegnante”, dalla prima crisi di identità dell’anno nuovo.