Crisi Euro: Settembre rapprasenterà la svolta storica? (The Economist)

Da Maurizio Picinali @blogagenzie

Quando i libri di storia tracceranno le linee dell’evoluzione della crisi dell’euro, settembre 2012 sarà indicato come il momento di svolta storica, un nuovo capitolo della vita dell’Euro.
Vediamo come, dal The Economist:
L’Eurozona fa passi in avanti. Verso dove, non è ancora chiaro.
Nei giorni passati, sono stati compiuti diversi passi in avanti su più fronti. Il 12 settembre, la Corte Costituzionale Tedesca ha appoggiato il Meccanismo di Stabilità Europea (ESM), il fondo permanente di salvataggio per i paesi della zona Euro. Lo stesso giorno, la Commissione Europea ha steso il modello per un meccanismo di supervisione bancaria Europea, ovvero il primo passo verso l’unione bancaria. Pochi giorni prima, la Banca Centrale Europea (BCE) ha annunciato che, sotto determinate condizioni, è pronta ad acquistare senza limiti titoli di Stato dei paesi problematici dell’Eurozona.
Il grande cambiamento: avere un piano è meglio che non averne
Presi insieme, questi avvenimenti segnano un grande cambio di rotta, quanto meno nella costituzione di una unione monetaria più stabile e sostenibile. La zona Euro ha un piano per la supervisione bancaria, un progetto che dovrà essere dibattuto e contrattato, ma la storia della diplomazia Europea insegna che una volta fatta una proposta, qualcosa, alla fine, viene accordato.
Cosa ancor più importante: la BCE ha l’impegno di comportarsi come prestatore di ultima istanza. L’impegno è condizionale all’adesione da parte dei paesi che facciano richiesta di aiuti. Ma per la prima volta la BCE annuncia senza mezzi termini che è pronta ad intervenire finché ce ne sarà bisogno.
D’accordo, ma sarà sufficiente a risolvere la crisi?
La speranza è che questo possa portare finalmente alla fine della crisi. Nella migliore delle ipotesi da parte della Banca Centrale Europea, questa operazione spingerà il mercato del debito europeo nella zona del circolo virtuoso - ovvero quello in cui i tassi di interesse, sul debito delle economie periferiche, scendono insieme alla possibilità di un collasso della moneta unica percepito dagli investitori. Se i tassi di interesse sui titoli dei paesi problematici scendono, allora sarà probabile che le economie di questi tornino presto a viaggiare con una certa dinamicità. In realtà i tassi di interesse avevano cominciato a scendere anche prima dell’annuncio della BCE, come un segno degli investitori ormai diffidenti a sfidare la BCE.Ricetta per risolvere la crisi: gli ingredienti ci sono tutti
Dato lo stato del settore bancario in Spagna, e data la precarietà delle condizioni economiche e finanziarie del governo, sembrerebbe inverosimile che la Spagna possa far a meno degli aiuti. Ma se anche la Spagna (e poi l’Italia) saranno costrette a firmare un piano di salvataggio sappiamo già a cosa andranno incontro, questa certezza da agli ottimisti una seconda ragione per "avere più fiducia".
Il fondo ESM fornirà i nuovi prestiti necessari ai governi, mentre la BCE comprerà titoli di Stato sul mercato secondario. Due modi diversi per raggiungere una meta comune: l’abbassamento dei tassi di interesse. Due modi per aprire la strada alla mutualizzazione del debito -un’altra condizione necessaria per il futuro dell’Eurozona. I paesi dell’Eurozona condivideranno il rischio che riguarda i fondi di salvataggio e i bilanci della BCE. Giunti a questo punto, alcuni ritengono che ormai in tavola ci siano tutti gli ingredienti necessari a risolvere la crisi.
Il meccanismo a rischio: le tensioni Sfortunatamente, ci sono ancora molte cose che potrebbero non funzionare. Quando unpaese dell’Eurozona tarderà nelle riforme, la Banca Centrale Europea smetterà di comprarne i titoli? Se sì, la BCE sarà responsabile della semina del panico nei mercati che invece tenta di prevenire. Se no, accumulerà debito potenzialmente irrepagabile. E’ questo il dilemma che genera tensioni tra BCE e Bundesbank. La Cancelliera Angela Merkel supporta pubblicamente l’intervento della BCE. Jens Weidmann, il presidente della Bundesbank, è stato l’unico a votare contro il piano di acquisto titoli. L’eco delle sue condanne pubbliche hanno attraversato tutta Europa. La Germania (e in generale tutto il nord Europa) diventeranno ancora più prudenti quando sarà salpata la nave dell’acquisto di bond. La BCE, temendo uno scontro politico o divisioni interne al suo "equipaggio", potrebbe perdere la fermezza necessaria.
La palla alla politica: a metà tra elettorato e banca centrale
Queste tensioni sono inevitabili finché le azioni della banca centrale continuano a sostituire più espliciti progressi politici sul fronte dell’integrazione. Ecco perché i politici Europei -primeggiati da Germania e Francia- devono mettersi al paro con le rispettive banche centrali. Dovrebbero accordarsi prontamente su un sistema di regole comuni per la supervisione dei settori finanziari e rendere credibile il piano di assicurazione dei fondi per la risoluzione delle banche. I leader dell’Eurozona dovrebbero discutere i modi per giungere ad una condivisione del rischio sostenibile e dovrebbero spiegare queste strategie ai propri elettori, che hanno il diritto di essere consultati su cambiamenti così importanti. Alla fine, l’ingrediente necessario alla sopravvivenza dell’Euro sta nel supporto politico per una maggiore integrazione economica e finanziaria. Questa sarà la vera svolta storica.tratto da forexinfo.it 15 settembre 2012


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :