Crisi finanziaria e titoli di Stato. I rendimenti attuali che offrono Bot, Ctz, Btp e Cct sono occasioni da non perdere. (Seconda e ultima parte)

Da Mrinvest

(Segue da prima parte)

Come abbiamo già affermato in un articolo recente – volendo dare fiducia all’Italia – attualmente i titoli di Stato offrono ottime opportunità di rendimento, grazie anche al crollo dei prezzi.
Se il risparmiatore vuole rimanere liquido sono senz’altro da preferire i Bot (Buoni ordinari del Tesoro) a 3, 6 e 12 mesi. I Bot sono titoli senza cedola, facilmente liquidabili in qualsiasi momento senza perdite di capitale o di interessi (questi ultimi chiaramente in caso di rimborso anticipato subiscono una leggera diminuzione in relazione all’avvicinarsi della scadenza). L’ultima asta (10 novembre scorso) dei Bot ad un anno ha registrato un rendimento del 6,08%, contro il 3,57% di ottobre, il più alto dall’introduzione

dell’euro. Tra l’altro la domanda è stata pari a quasi due volte l’offerta: 9,95 miliardi contro i 5 miliardi collocati.

Con una durata di due anni, sono disponibili i Ctz (Certificati del Tesoro a Zero Coupon). Come i Bot, anche i Ctz sono senza cedola, ed il rendimento è dato dalla differenza tra il valore di rimborso al nominale ed il prezzo di emissione, che è sotto la pari, cioè inferiore a 100. Ai prezzi attuali, il rendimento di un Ctz scadente nel 2013 si avvicina al 6% annuo.

Se un risparmiatore ha l’esigenza di ricevere una cedola, i Btp (Buoni del Tesoro poliennali) sono i titoli più adatti. I rendimenti di un Btp decennale, da maggio ad oggi, sono passati dal 4,7 al 7,2%, rendendo il titolo molto interessante. La controindicazione è che, se si dovesse vendere prima della scadenza, il prezzo potrebbe risultare più basso di quello di acquisto (ma anche più alto). Se si compra per tenerlo, attualmente è un ottimo investimento, ma può essere acquistato (e rivenduto) anche per fini speculativi, contando sul fatto che i tassi possano scendere ed i prezzi salire. Stesso discorso per i BTPei, indicizzati all’inflazione europea, che hanno l’obiettivo di garantire il risparmiatore dall’aumento dei prezzi.

Per chi pensa che l’inflazione possa crescere i titoli da considerare, oltre i BTPei, sono i CCTeu (Certificati di Credito del Tesoro indicizzati all’Euribor) che hanno durata 7 anni. L’investimento è agganciato all’Euribor 6 mesi più uno spread di 80 centesimi di euro. Per i vecchi Cct le cedole semestrali sono agganciate al rendimento dei Bot a 6 mesi più una quota fissa di 15 centesimi di euro. La prima emissione dei CCTeu risale a giugno 2010 con durata 5 anni, poi il Tesoro ha deciso di portare la durata a 7 anni. Considerando le cedole ed i prezzi, attualmente i CCTeu offrono rendimenti medi del 7-7,5%.

Concludendo, riteniamo che la crisi finanziaria attuale favorisce delle buone opportunità nel settore del reddito fisso. E siamo sicuri di non sbagliare affermando che i rendimenti attuali che offrono Bot, Ctz, Btp e Cct sono occasioni da non perdere.

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