Crisi in apicoltura, ma Fukushima non c’entra

Creato il 26 agosto 2011 da Lapulceonline

Dopo un inizio ottimo con l’acacia, gli apicoltori della provincia di Alessandria si stanno mettendo le mani nei capelli per lo scarso rendimento degli altri mieli (tiglio, castagno, melata…). Il clima imprevedibile – piogge all’inizio della fioritura e siccità prolungata – ha messo in difficoltà le api, e quindi i loro allevatori. Aspromiele, una delle associazioni di “categoria”, conferma l’andamento soddisfacente del miele d’acacia e decisamente deludente per gli altri tipi di nettare. La causa principale è proprio il clima poco favorevole (con il caldo il nettare dei fiori si rapprende e le api fanno più fatica ad estrarlo).

Secondo Aspromiele non ci sono state morie di api tali da dover gridare all’allarme ambientale, anche perché fino ad ottobre vige il divieto nazionale di conciare il mais con un insetticida letale per gli operosi imenotteri. Il timore degli apicoltori è che prima o poi l’uso dei neonicotinoidi  - causa di vere e proprie stragi negli alveari – venga reintrodotto, con conseguenti danni gravissimi agli apiari.

La tesi dietrologica-complottistica sugli effetti della nube radioattiva che dal Giappone avrebbe contaminato tutti gli insetti (api comprese) del mondo è, per ora, scartata in mancanza di dati certi. Ma qualche apicoltore, ne è davvero convinto. Chissà che non ci sia sotto sotto, qualcosa di vero.


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