“Gli organizzatori osservano che la congiuntura attuale ha influito negativamente sulle intenzioni di partecipazione e sulla propensione all’investimento dei potenziali espositori”, si legge nel comunicato, “e che il numero delle adesioni pervenute, pur significativo in termini di qualità delle singole partecipazioni, non avrebbe consentito di proporre ai visitatori ed alla città l’offerta ampia e articolata di proposte per il Natale che aveva caratterizzato favorevolmente la precedente edizione”.
Appreso questo, la domanda che sorge spontanea è: per quale motivo una manifestazione così prestigiosa e remunerativa ha subito un simile deficit di partecipazione da parte degli espositori? Naturalmente le cause vanno imputate alla crisi nera che stiamo vivendo; alla probabile mancanza di possibilità economiche da parte delle aziende di assemblare gli stand senza- vista la brutta aria che tira- una certezza di entrate degne di tale nome. E inoltre, visti i tempi, in quanti tra visitatori e curiosi avrebbero potuto sbizzarrirsi nello shopping? L’Alessandrino, e nello specifico Valenza, è così alla canna del gas?
Ufficialmente, è tutto rinviato all’anno prossimo. O almeno così si spera.