La crisi del comparto cunicolo, infatti, è stata oggetto di attenzione del Parlamento nella precedente legislatura con due risoluzioni (risoluzione unitaria n. 8-00141 del 27 luglio 2011 della Commissione agricoltura della Camera e risoluzione n. 7-00025 del 6 maggio 2009 della Commissione agricoltura del Senato), a seguito delle quali, il 29 aprile 2010, in sede di Conferenza Stato-regioni, è stato sancito un accordo su un «Piano di interventi per il settore cunicolo», con l’obiettivo di offrire una risposta organica alla crisi di redditività che coinvolge una filiera il cui prodotto è molto apprezzato dai consumatori per le sue virtù dietetiche.
Con la risoluzione approvata, prima firmataria Gagnarli (M5S) e Antezza (PD), la Commissione agricoltura ha preso atto però che l’attuazione del Piano da parte del Governo è miseramente fallita, come ha dichiarato anche il Mipaaf in occasione dell’ultima riunione svolta al Ministero l’11 luglio 2013.
Nessuna delle misure previste dal Piano, approvato il 29 aprile 2010, fatta salva la costituzione della CUN (Commissione unica nazionale), è stata realizzata nei tempi previsti dalla programmazione pubblica (tre anni).
“Oggi il Governo recepisce un nuovo impegno – aggiunge il presidente dell’ Anlac – e questa volte auspichiamo più serietà nel far fronte a quanto indicato nella Risoluzione, ma ormai i danni all’ economia nazionale per la mancata attuazione del piano sono già stati provocati. Il settore è stato dimezzato e purtroppo in Italia non paga nessuno”.
“In un’ azienda privata un manager che sbaglia o che non raggiunge gli obiettivi viene licenziato, al Mipaaf – fa notare De Bonis – accade il contrario: se un dirigente non svolge adeguatamente il suo ruolo viene addirittura premiato sia dalle lobby esterne che dalla stessa struttura pubblica”.
“Ma così – conclude – l’ Italia non uscira mai dalla sua crisi che è innanzitutto una crisi morale”.