Posto al centro della navata della Cappella Sansevero, edificio situato in via Francesco De Sanctis a Napoli, il Cristo velato è una delle opere più note e suggestive al mondo. Realizzato dallo scultore Giuseppe Sanmartino, l’opera raffigura corpo del Cristo adagiato su di una coltre di porfido con una finisima sindone. E proprio la perfezione del velo ha dato vita in passato a diversi misteri.
Il Cristo velato: opera tanto bella da essere considerata “magica”
Il Cristo velato è una scultura marmorea conservata nella Cappella Sansevero. Raffigura “una statua di marmo scolpita a grandezza naturale, rappresentante Nostro Signore Gesù Cristo morto, coperto da un sudario trasparente realizzato dallo stesso blocco della statua”, così come nelle intenzioni del committente Raimondo di Sangro principe di Sansevero. In realtà la statua doveva essere eseguita da Antonio Corradini, che per il principe aveva già scolpito la Pudicizia. Tuttavia, Corradini morì nel 1752 e incaricato dell’opera fu appunto Sanmartino. Le poche informazioni reperibili su quest’ultimo, apprezzatissimo dal Canova, ma soprattutto la magnificenza dell’opera, soprattutto del velo, hanno fatto nascere sul Cristo Velato tante leggende. E ancora oggi, recandosi nella Cappella Sansevero si rimane affascinati guardando la magnifica fattezza del velo, considerato per tanto tempo esito di una “marmorizzazione” alchemica effettuata dal principe, il quale avrebbe adagiato sulla statua un vero e proprio velo, e che questi si sia nel tempo marmorizzato attraverso un processo chimico.
In realtà si tratta di un’opera eccelsa: il Cristo velato è stato ricavato da un unico blocco di marmo e il velo, realizzato dallo stesso blocco della statua, sembra quasi evidenziare la sofferenza del Cristo, rendere “ancor più nude ed esposte le povere membra, ancor più inesorabili e precise le linee del corpo martoriato”.