Cristoforo Colombo (Guccini), Kant e la scoperta della modernità: spazialità

Creato il 26 novembre 2011 da Tiba84
Il 13 ottobre 1492 il navigatore Colombo scopre l'America; nel 1787 I. Kant, professore di geografia fisica, pubblica la seconda edizione della Critica della ragion pura in cui la ragione, portata di fronte al tribunale critico della ragione, indaga se stessa per definire i criteri e i limiti della conoscenza umana. Quest'ultimo rilegge nella navigazione del genovese il rivolgimento di un modo di ragionare che fonderà la modernità, come se fosse nel modo di guardare il paesaggio, di guardare il reale e di vivere lo spazio, che l'uomo avesse la possibilità della conoscenza.
Kant distingue la logica, "scienza che espone e dimostra nient'altro che le regole formali di tutto il pensiero", limitata e astratta, dalla via della scienza di cui essa è un'anticamera (le regole evidenti della ragione da applicare nel mondo della scienza e della vita). La matematica e la fisica sono le prime scienze che si svegliano dal torpore e si mettono sulla via della scienza, tuttavia in un'impresa tutt'altro che facile perché, a differenza della logica, si confrontano con un oggetto che è esterno a loro.
La rivoluzione avviene nel primo che dimostrò il "triangolo isoscele": in esso si accese una luce, "capì che non doveva seguire passo passo ciò che vedeva nella figura, o anche solo nel concetto di essa, quasi che da ciò potesse apprendere le sue proprietà, ma che doveva produrla tramite cià che egli stesso aveva già pensato e rappresentato in essa a priori, secondo concetti (per costruzione [durch Konstruktion]); e che per sapere con sicurezza qualcosa a priori, egli non doveva attribuire alla cose se non quello che seguiva necessariamente da cià che egli stesso, in conformità al suo concetto, vi aveva posto".
La rivoluzione scientifica si realizza nel momento in cui si abbandona un modo di guardare le cose come se il disegno ne esplicasse le regole, afferma Kant, per applicare le evidenze della ragione alle cose. E corrisponde, geograficamente, non tanto alla "scoperta della via che doppiava il famoso Capo di Buona Speranza", ma al viaggio verso occidente intrapreso da Colombo che porterà alla scoperta dell'America. Perché il passaggio del capo di Buona Speranza, avvenuto nel 1487, si realizzò in una navigazione a vista della costa africana, mentre il viaggio verso le americhe mise in gioco una concezione diversa del mondo, non più applicata alla visione di una figura disegnata, ma all'astrazione di un concetto puro che, inoltre, richiedeva l'utilizzo di strumenti tecnologici all'avanguardia e più complessi rispetto a quelli impiegati nella navigazione a vista.
Colombo, nell'applicazione di un modello astratto all'esperienza, fonda il moderno: non perché immagina un'altra terra, ma perché la vede con la ragione; liberandola dalle dande della scolastica, dalle arti della rinascenza e mettendola, fresca e riposata, a disposizione della scienza moderna.

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