Cosa ci sia da festeggiare spero che me lo spieghi qualcuno nei tanti comizi, concerti, apparizioni televisive.Scusatemi ma tutto mi sembra così falso e autoreferenziale che stavolta io passo, non ho niente da festeggiare. E non solo perchè un lavoro non ce l’ho. E che mi guardo in giro e sento parlare da tanto tempo delle priorità del paese, dei problemi che lo affliggono ecc…. e poi non si fa niente. Non ci sono i soldi.
Non andrò sotto il palco di nessuno: non voglio più sentire parlare del problema del lavoro da quelli che non lasciano la loro poltrona nemmeno se è evidente che non ne sono degni…
Lancio quindi un’idea. Stendiamo un velo pietoso su ogni manifestazione retorica senza scopo e devolviamo ogni centesimo di euro risparmiato alle vittime di quello stabilimento tessile in Bangladesh, che per non perdere il lavoro sono dovuti rientrare in un edificio pericolante e ci hanno lasciato la pelle. E non dite che che una cosa lontana da noi. Il cotone che tessevano è quello che indossate in questo momento, sia che indossiate un capo firmato che una maglietta da poco prezzo acquistata in un banco del mercato: la stoffa è la stessa, cambia solo il marchio. Meditate gente.