Critica tu che critico anch’io!

Creato il 16 agosto 2011 da Topolinamarta

Non so quanti di voi abbiano avuto l’opportunità di seguire in diretta il “duello” svoltosi domenica scorsa all’interno dei commenti del post sulla recensione di Sitael, che vedeva coinvolti la sottoscritta e un simpatico critico spuntato chissà da dove. Trattandosi della vigilia di Ferragosto – ovvero uno dei pochi giorni dell’anno in cui la gente ha mediamente qualcosa di meglio da fare che starsene a navigare su internet -, però, ho deciso che il suddetto duello meritava davvero troppo per essere lasciato lì dov’era, a prendere polvere tra dei commenti che fra qualche mese nessuno ricorderà più. Quindi, per la gioia di tutti voi e in particolare del mio amico Il Critico, ecco a voi la prova di cosa sono capaci i fan di un libro che viene criticato duramente, nonché di quanto sia facile criticare (si fa per dire) nascondendosi dietro allo schermo di un computer:

Critica tu che critico anch’io!

Un disegnino creato dalla sottoscritta, profondamente ispirata dall'occasione ^^

Cos’è successo di tanto interessante da dedicarvi addirittura un intero post?, chiederete voi. Be’, permettetemi di raccontarvi tutto dall’inizio.
In pratica, era una tranquilla mattina di vigilia di Ferragosto, e io stavo tranquillamente rispondendo a un commento a cui la sera precedente non avevo avuto né il tempo né la voglia di rispondere (e tra l’altro c’era in TV Il ritorno del re, che non mi potevo assolutamente perdere, da fanatica del Signore degli Anelli). Avevo appena premuto il tasto “Invia” per pubblicare il seguente commento – ironico – a proposito della recensione su Sitael:

Prevedo, invece, che nel giro di pochi giorni il blog verrà invaso da fan sfegatate di Elisa Rosso o di Alessia, imbestialite perché la sottoscritta ha osato criticare cotanti capolavori, che mi accuseranno di essere frustrata/sadica/invidiosa…

… quando mi è giunto all’orecchio il familiare ding che fa il mio iPod Touch ogni volta che arriva una nuova e-mail.
Apro l’e-mail, e cosa scopro? Scopro che un utente che non avevo mai visto sul blog, che portava il losco nome di Il Critico, aveva a sua volta pubblicato un commento al post della recensione, esattamente questo:

L’invidia è una brutta cosa…

A questo punto, già nella mia mente il nuovo commentatore aveva assunto le sembianze di Anton Ego, il mitico critico che compare nel film Ratatuille. In ogni caso, il primo pensiero è stato, naturalmente: accidenti, che tempismo! Che bello potermi fare una chiacchierata con una fan di Alessia Fiorentino già di primo mattino (e la rima non è casuale ^^)!
In realtà, ho dovuto scoprire ben presto che si trattava di una fan ma di un raro esemplare di fan di sesso maschile. Un fan molto arrabbiato, a giudicare dal tono dei commenti.

La risposta – anche questa volutamente ironica – della sottoscritta alla sua accusa di invidia è stata la seguente:

[...] sì, caro Critico: mi sto letteralmente rodendo il fegato dalla rabbia, pensando a quanto Alessia sia più brava di me a scrivere! Grrrr!!! >.< Sono tremendamente invidiosa di Alessia Fiorentino e del suo libro. E sono fiera di esserlo.
Contento? Bene. Adesso, per favore, elencami almeno tre motivi validi per i quali tu pensi che io sia invidiosa di Alessia.

Non credo di aver chiesto troppo: penso sia legittimo domandare i motivi che hanno spinto un fan a scrivere una critica come questa. Eppure Il Critico ha continuato imperterrito, peggiorando addirittura i toni:

Sei solo una fallita frustrata. Lo si vede nelle tue recensioni. E poi, quanto I.Q. hai? Se ne hai quaranta, è già abbastanza.

… per poi cominciare a insozzare con le sue accuse anche i commenti di un post che nulla c’entrava con la recensione:

Lo sai che la frustrazione si può curare? Basta contattare qualche psicologo.

Segnatevi la faccenda del Q.I., perché tra poco ne sentirete parlare ancora.
Avete capito, il nostro Mister Simpatia? Compare di punto in bianco sul mio blog e non solo mi attacca con accuse false basate sul nulla, ma si permette addirittura di insultarmi, facendo insinuazioni poco gentili sulla mia sanità mentale.

Io, come risposta, invito per la terza volta il Critico a far valere la sua opinione, naturalmente motivandola, comunicandogli che se non abbasserà il tono sarò costretta a eliminare i suoi commenti. Il Critico, però, ignora la richiesta e continua come se nulla fosse:

Se io ti dico che hai bisogno di uno psicologo, e tu mi rispondi con la stessa cosa, vuol dire che sei più ingenua di quanto pensassi. In più sei anche codarda, quando dici che forse eliminerai miei commentivigliacca

Quand’è così… Io invece penso che sia molto più ingenuo e vigliacco nascondersi dietro un nickname e un IP mascherato per attaccare con delle critiche infondate, piuttosto che scrivere una recensione documentata mettendoci la faccia come fa la sottoscritta.
Ad ogni modo, questa volta sono stata io a rimangiarmi una delle mie affermazioni precedenti: perché eliminare dei commenti a dir poco meravigliosi, quando sarebbero stati una brillante prova di quanta maleducazione c’è su internet?

Ma il Critico non si arrende nemmeno questa volta, finendo con lo scrivere una frase da primo premio:

Le mie affermazioni sono tutte sensate, è il tuo intelletto troppo basso che non riesce a capirle.

L’importante è crederci, no?, è la prima cosa che mi è venuta in mente. Ma poi ho pensato che, in casi come questi, quel che conviene fare è ridere per non piangere.

Non so voi, ma io a leggere cose del genere sono rimasta basita: un ragazzino frustrato (perché non può essere altro che questo) compare di punto in bianco su un blog e si permette di insultare con accuse fasulle una perfetta sconosciuta che ha osato criticare il suo libro preferito (presumibilmente), oltretutto ignorando le sue richieste di motivare le sue cosiddette critiche alla recensione stessa?
Questo è il succo di quanto ho scritto nelle risposte ai suoi commenti; e, credetemi, sono stata gentile, perché con scemenze del genere non sarebbe nemmeno valsa la pena di perdere tempo. Ciononostante, il Critico continua, questa volta tirando finalmente fuori una motivazione… una motivazione, però, che per quel che mi riguarda è una delle più scontate del mondo, nonché forse quella che i fans tirano fuori più spesso:

Vorrei vedere su tu hai mai scritto e pubblicato qualcosa.

Quindi per criticare un film occorre essere registi, per giudicare un’esibizione, per esempio, di pattinaggio artistico occorre essere dei pattinatori provetti e per criticare una musica bisogna necessariamente chiamarsi Mozart. E quindi nessuno deve avere il diritto di criticare una giovane e bravissima scrittrice, e chi lo fa è solo invidioso perché sì.
A questo punto, però, mi sorge un piccolo dubbio: visto che per essere critici bisogna anche essere scrittori, il nostro amico Critico ha pubblicato almeno un libro? Se l’avesse fatto, penso che si sarebbe perlomeno premurato di specificarlo.

Anche dopo aver esposto il mio punto di vista, spiegando che non avrebbe senso criticare un 16enne per aver pubblicato così giovane, se avessi pubblicato io stessa a 16 anni, lui continua:

Ma devi capire che non tutti quando hanno 14, 15, 16 anni sono stupidi come te. Se tu pubblicherai un libro a 40 anni, sarà peggiore di un’altro pubblicato da una quattordicenne. Capito il concetto?

Sorvolando sul bellissimo apostrofo tra un articolo indeterminativo e un sostantivo maschile, voglio proprio vedere da dove ha tirato fuori un’accusa del genere, non avendo mai letto niente di mio. Tutt’al più avrebbe potuto leggere le fanfiction di qualche anno fa, ma lo ritengo davvero improbabile, e in ogni caso non farebbero testo: ho modificato molto il mio stile in tre anni di scrittura.

Ma il Critico non si limita soltanto a dare contro alla sottoscritta: vedendo che un’altra utente gli faceva notare che è un tantino triste essere invidiosi di una 14enne che sa scrivere male, lui risponde:

Ti ha pagato per essere sempre d’accordo con lei?

Non bastava prendersela con me? Adesso attacca briga pure con chi non c’entra niente con la recensione?

E le famose motivazioni che fine hanno fatto? Vediamone una:

Ma le tue critiche sono penose, non sono scritte in modo obiettivo, fai tanto la snob ma in realtà non saresti capace nemmeno di scrivere una pagina decente. E poi dubito fortemente che tu abbia letto più di 500 libri, signorina snob di escremento.

Ecco quella che è una critica motivata, secondo il Critico; una sfilza di stupidaggini, secondo me. Ma sono pronta a ricredermi, qualora arrivassero le debite motivazioni.

Dopo essere sparito per un po’ – spero per riflettere sul gran numero di idiozie sparate – il nostro amico ricompare sulla scena:

Io non ho tagliato la corda, io non ho paura di te e delle tue stupide critiche senza senso. Ragazze, mi rendo conto che avete un intelletto assai inferiore al mio, ma vi state ridicolizzando in modo assurdo.

Tu, in compenso, non sembri affatto ridicolo.

L’unico merito che gli riconosco è quello di essersi reso conto almeno in parte dei suoi errori:

Ritiro tutte le offese e gli insulti che ho scritto su questo blog.

Che sia sincero o meno, però, non è dato saperlo. Il giorno dopo, guardacaso, lo vediamo di nuovo all’opera:

Proprio vero. Questa ragazzina è troppo influenzabile. Le sue critiche sono in maggior parte lette da altri siti, e poi leggermente modificate.

Sarà pur vero, ma io devo ancora trovare una recensione di Sitael dettagliata come la mia. Questo non vuol dire che non esista, ovviamente, ma garantisco che per scrivere la critica ha Sitael ho letto il libro. Punto. Non sono andata su nessun sito a cercarne la recensione, per poi copiarla, cambiarne alcune parti e pubblicarla sul mio blog, semplicemente perché non la ritengo un’azione corretta.
Per l’altra critica che ho scritto – quella sul Libro del Destino di Elisa Rosso – il discorso è diverso, perché io sono arrivata relativamente tardi a recensire questo libro: essendo uscito tre anni fa, molti blogger lo hanno già recensito da tempo, perciò è probabile che i giudizi si assomiglino. Questo, però, non vuol dire che tutte le recensioni derivino dalla stessa: significa semplicemente che certi difetti ci sono eccome e sono talmente evidenti che già molti li hanno notati.
Mi pare del tutto fuori luogo, dunque, la sua teoria dell’influenzabilità.

E ancora, sempre a proposito della recensione sul Libro del Destino:

Mi trovo assolutamente d’accordo con te Sandro [riguardo al fatto che, secondo l’utente in questione, dalla critica trapeli un po’ d’invidia], e penso che non sono l’unico; secondo me anche molti altri lo pensano, ma non lo dicono perchè sono persone false.

Se per “altri” intendi gli altri utenti del blog, ti posso assicurare che me l’hanno detto eccome. Ma dopo averlo detto hanno anche accettato senza particolari problemi le mie spiegazioni: per quale ragione al mondo dovrei essere invidiosa di un’autrice che, a mio parere, non sa affatto scrivere? Non mi converrebbe forse puntare un po’ più in alto?
Sono sicura che sia vero che una critica del genere possa suscitare la domanda: “Ma questa lettrice non sarà mica invidiosa?”. Ma in questo caso conta soprattutto la risposta: se fossi veramente invidiosa, mi sarei inventata dei motivi fasulli per giustificare le mie critiche, mentre sono tutti verificabili da chiunque voglia leggere il libro. Tutti, nessuno escluso. Qualcuno potrà sì dipendere dai miei gusti e dalle mie preferenze, ma in quel caso troverete sempre anche un “secondo me”, e se non lo trovaste significherebbe:
a) che era sottinteso;
b) che me lo sono dimenticato.
Fine della storia. Non vedo perché accanirsi su questo.

Vogliamo, piuttosto, tirare le somme, dopo questa sfilza di commenti?
1. Sebbene il critico si vanti di possedere un intelletto superiore, non ho trovato traccia di una sola affermazione che mi faccia pensare di avere davanti a me una persona dotata di un cervello razionale;
2. Sempre nonostante il suo genio indiscusso (o forse sarebbe dire incompreso, o addirittura inesistente), non è nemmeno capace di motivare una critica;
3. Se non sa motivare ciò che dice, allora non può nemmeno definirsi un critico;
4. Giudicare senza conoscere, a mio parere, è un comportamento infantile e presuntuoso;
5. Il vero ridicolo è solo chi si comporta da arrogante e da maleducato senza nessuna ragione, e anche chi sbandiera a tutto il mondo la sua presunta intelligenza;
6. A proposito di vigliaccheria, è più codardo chi si nasconde dietro un nickname e un IP non localizzabile appositamente per offendere senza motivo o chi scrive delle recensioni verificabili da tutti mettendoci la faccia?
7. Ammiro, infine, la coerenza di chi insulta senza motivo, si rimangia gli insulti e poi ritorna imperterrito a fare i comodi suoi. Molto logico, devo dire.

Serve aggiungere altro?

PS: per evitare polemiche (che comunque prevedo che presto pioveranno a catinelle), desidero specificare che questo post non è stato scritto con l’intento di prendere per il sedere il mio amico Critico (che, per quanto mi riguarda, si è preso già abbastanza in giro da solo), ma soltanto per dare una prova – come ho già scritto in precedenza – di quanto diventi maleducata la gente sapendo di essere protetta da un nickname, e soprattutto di quanto sia costruttivo dialogare con i fans di un libro che è stato criticato duramente.
Niente di personale, dunque, caro Critico: come è capitato a te di trovarti qui, poteva capitare anche a chiunque altro. Dicono che sia sempre meglio ignorare gli insulti… ma in questo caso i tuoi commenti erano davvero troppo interessanti per essere ignorati.


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