A favore della proposta si erano schierati, oltre alla Chiesa cattolica, le minoranze religiose ortodosse e islamiche e i partiti del centro-destra. L'obiettivo dichiarato era quello di bloccare l'intenzione del governo di centro-sinistra di presentare in parlamento una legge sulle coppie omosessuali. Contraria, invece, la maggioranza di centro-sinistra che sostiene il governo: il premier, Zoran Milanovic, aveva definito questo referendum "triste e insensato". "Spero che sia l'ultima volta che organizziamo un voto simile, in questa maniera e su questo argomento", aveva detto alla vigilia il primo ministro.
Gli attivisti per i diritti civili si dicono preoccupati per l'ampia vittoria del fronte conservatore. "Si tratta di un passo pericolo per la società, perché un istituto democratico è stato utilizzato per nuocere alla democrazia", ha dichiarato Zoran Pusic, personalità di riferimento della società civile progressista. “Questo emendamento è contro lo spirito della Costituzione che dovrebbe proteggere e garantire l'uguaglianza, la libertà e la giustizia", ha aggiunto, facendo notare che l'esito del referendum colpisce i diritti di una minoranza che da parte sua invece non minaccia i diritti delle altre. "Questo referendum è un passo indietro, chi ha votato 'sì' l'ha fatto per sottrarre ad altre persone i loro diritti", si indigna Dragan Zelic, militante dei diritti civili.
A guardare i numeri del voto, però si possono fare anche delle altre considerazioni. Ieri si è recato alle urne il 38% degli aventi diritto che erano circa 3,8 milioni: in termini assoluti significa meno di un milione e mezzo di persone. Il 67% ha votato “sì”, ovvero circa 965 mila persone, cioè circa 250 mila in più di coloro che avevano sottoscritto la richiesta di referendum. L'affluenza ai seggi è stata inferiore a quella già bassa registrata in occasione del referendum sull'adesione all'Unione Europea che fu del 43%. E' evidente che la gente è concentrata su altri problemi, innanzitutto quelli economici, probabilmente. Dunque, se da un lato la mancanza del quorum blocca la possibilità di introdurre il matrimonio gay e l'esito del voto conferma che la Croazia resta un Paese cattolico e conservatore, dall'altra è lecito chiedersi fino a quando?