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Crociera di morte: la portaerei Cavour, trasformata in expo galleggiante del made in Italy bellico, è partita.
Creato il 17 novembre 2013 da GiannaLa Marina Militare la definisce “missione di promozione” ed elenca le industrie belliche che vi partecipano. Cosa va a promuovere? Evidentemente i sistemi d'arma prodotti da quelle industrie. “Si vanno a vendere altre armi ai paesi mediorientali e africani, dominati da oligarchie e caste militari, provocando un ulteriore aumento delle loro spese militari che comporterà un ulteriore aumento della povertà soprattutto in Africa”, scrive il “Manifesto”. Scopo ufficiale della “campagna navale” organizzata dal governo Letta, è presentare il “sistema paese” in movimento e “rafforzare la presenza dell’Italia nelle aree geografiche considerate strategiche per gli interessi nazionali”, senza trascurare la consueta ipocrisia della “assistenza umanitaria alle popolazioni bisognose”. Per il ministro Mauro, il bazar navigante, ribattezzato “crociera di morte”, non andrà a vendere armi di distruzione di massa al di fuori dalle convenzioni, ma resta una “missione di promozione” che incrocerà aree dove impazzano guerre e repressioni, come ad esempio Congo, Nigeria e Kenya, o terre “dove governi potenti finanziano guerre per procura”, indicando paesi come l’Arabia Saudita impegnata in Siria, o il Barhein con la sua “primavera” cancellata dai militari. Regioni del mondo “dove le spese sociali vengono ridimensionate se non cancellate per sostenere la sicurezza interna e le frontiere, come in Angola e Mozambico”. Oman, Dubai, Doha, Gibuti, Madagascar, Sudafrica, Ghana, Senegal, e poi su fino a Casablanca in Marocco, e poi Algeri. In navigazione fino al 7 aprile 2014. Costo: 20 milioni di euro, di cui 7 a carico dello Stato e 13 dei “partner dell’industria privata”. Soldi ben spesi: potranno usare la portaerei, lunga 244 metri e larga 39, come una grande fiera espositiva itinerante, con stand per accogliere i clienti. Prezzo amico: 200.000 euro per ogni giorno di navigazione. La portaerei non venderà certo l’immagine turistica dell’Italia: gli “ambasciatori” del paese sono le industrie di Finmeccanica come Agusta-Westland (elicotteri da guerra), Oto Melara (cannoni), Selex Es (sistemi radar e di combattimento), Wass (siluri), Telespazio (satelliti), e poi Mbda, coi suoi missili Aspide, Aster, Teseo. Poi ci sono la Intermarine (vascelli militari) e Elt, che offre apparecchiature elettroniche per la guerra aerea, terrestre e navale, mentre Beretta mette in mostra le sue pistole, accanto agli stand di lusso che presentano gli aerei executive della Piaggio e della Blackshape. “Ogni cannone, ogni missile, ogni mitraglia venduta dai commessi viaggiatori della Cavour ai governi clienti, scrivono i giornalisti del Manifesto, significherà meno investimenti locali nel sociale e quindi altre migliaia di bisognosi, affamati e morti, soprattutto tra i bambini, per sottoalimentazione cronica e malattie che potrebbero essere curate”. Ma niente paura, sulla nave ci sono anche gli “operatori umanitari” pronti a soccorrere i disperati che abbiamo contribuito a creare con il traffico di armi, per dimostrare quanto l’Italia sia sensibile e pronta ad aiutare “le popolazioni bisognose”.
http://www.ilmanifesto.it/attualita/notizie/mricN/10131/ http://www.globalresearch.ca/lexpo-galleggiante-di-armi-del-sistema-italia/5358128 http://www.libreidee.org/2013/11/expo-guerra-il-bazar-galleggiante-dellitalia-che-affonda/?utm_source=feedburner&utm_medium=twitter&utm_campaign=twitter+%28LIBRE+-+associazione+di+idee%29
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