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Crolla il centrodestra. Pdl al 25.3 per cento, la Lega al 9.8, Silvio e Umberto al 22. La merda si è fermata all’altezza delle spalle

Creato il 05 settembre 2011 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Crolla il centrodestra. Pdl al 25.3 per cento, la Lega al 9.8, Silvio e Umberto al 22. La merda si è fermata all’altezza delle spalle
Silvio e Umberto sempre insieme, nella buona e nella cattiva sorte. Quando c’è da magnà e quando c’è da rosicà. L’elettorato di centrodestra è smarrito, confuso, preoccupato, in piena crisi di identità. La nostra casalinga di Abbiategrasso ha messo lo zucchero nel caffè e scambiato una trota per un vitel tonné. I leghisti del Bar dello Sport di Adro si sono ubriacati con il bitter credendolo uno spritz. Se i sondaggi della Demos dovessero corrispondere al vero, la situazione del centrodestra (Penati o ap-penata che sia la sinistra), lo darebbero per spacciato. Nel giro di qualche mese, Silvio ha dilapidato un gradimento personale che aveva sfiorato il 68 per cento nel periodo del terremoto dell’Aquila quando, con il casco dei pompieri in testa, sembrava più Kim il Sung il giorno della Festa del Sole, che un preoccupato presidente del consiglio italiano. Solo per un momento aveva abbracciato una vecchietta che aveva perduto la dentiera, pianto come un coccodrillo, accarezzato bambini manco fosse Papa Giovanni. Cambio di scena ed era tornato il Silvio di sempre, quello che, preso l’aereo di Stato, se ne andava al compleanno delle diciottenni campane figlie di un fantomatico autista di Bettino Craxi. Poi ancora scandali, leggi ad personam, cricche, protezioni civili spa, villaggi benessere, massaggi a gogò, una crisi sempre negata e tagli, tanti tagli come piovesse. La scuola in rivolta, gli operai in rivolta, i medici in rivolta, gli statali in rivolta e Brunetta che dava dei morti di fame a tutti meno che a se stesso. E poi i privilegi della casta, le offese alla Costituzione e agli organi costituzionali, la magistratura come le BR, la Corte dei Conti peggio dei Nar, il dileggio internazionale, le figuracce con Obama, Sarkozy, la Merkel e la Regina Elisabetta II^, le gaffe in Israele, a Gaza e in Bulgaria, la dacia di Putin e il baciamano a Gheddafi. E i bunga-bunga con le minorenni, il gran casino dell’Olgettina, mignotte fatte passare per giovani traviate e signore trattate da mignotte. Le offese agli omosessuali, alle donne, ai precari, ai no-Tav, agli studenti svogliati e ai ricercatori succhiasangue, per chiudere con attacchi di delirio di onnipotenza che hanno stranito la maggioranza dei suoi elettori che si sono ritrovati senza dio-Silvio, una patria di corrotti e corruttori, e famiglie allo sbando. L’unica a difenderlo fino alla fine è stata la Chiesa di mons. Fisichella, che al Capataz ha contestualizzato scopate e bestemmie, amicizie pericolose e amicizie tout court, ma questa è un’altra, fetida storia. Ed è arrivato il momento in cui gli italiani si sono cominciati a rendere conto che la favoletta del non mettere le mani nelle loro tasche non reggeva più, che la modifica dell’articolo 18 della Costituzione consente ai suoi amici industriali di licenziare quando e come vogliono, che i ricchi non si toccano e che il contributo di solidarietà era solo una boutade da cabaret dilettantistico. Per finire, la perla delle perle. Dopo averla governata quasi ininterrottamente per un ventennio e, secondo Angelino Alfano candidato a governarla anche dal 2013, l’Italia s’è desta e, a domanda, ha risposto che con Silvio non si può più andare avanti. Crolla, nell’Atlante Politico di Demos, anche Giulio Tremonti che dal 55 per cento di fiducia passa a un inesorabile 38 che lo boccia su tutta la linea. Non si capisce come, il Pd resta il primo partito al 29 per cento, anche se Bersani scende a causa del pasticciaccio Penati, mentre Sel viene dato in calo (5.3%) e l’Idv in netta risalita (9.2%), segno inequivocabile che quando Di Pietro non subisce violenti attacchi di andropausa, qualche risultato a casa lo porta. Insomma, l’alleanza di centrosinistra (Pd-Idv e Sel) ha staccato ormai di quasi 20 punti percentuali quella di centrodestra (Pdl-Lega), mentre è aumentata paurosamente (25%) l’area degli indecisi tendenti all’astensionismo. In aumento l’Udc, in discesa Fli, l'Api di Rutelli non pervenuta. Ieri sera siamo andati ad apporre la firma sui moduli per i referendum abrogativi della legge elettorale detta “Porcellum” e l’abolizione delle province. A differenza di altre volte, siamo stati costretti (piacevolmente) a fare la fila. I gazebi presenti in piazza erano due, quello dell’Idv e quello di Sel. Brillava per l’assenza, come sempre, il banchetto del Pd che, prima di essere operativo guarda quello che succede negli altri; se la gente va allora scendono in piazza, altrimenti se ne restano chiusi nelle sezioni. Solo per un fattore “sentimentale”, ci siamo fermati in quello dell’Idv dove, un nostro vecchio conoscente, ci ha fatto notare che questa volta è la gente a chiedere dove deve firmare, mentre in altre circostanze era lui a fermare gli elettori per strada e spendere tante parole per convincerli. Domani sciopero generale. Mai come in questo momento serve che gli italiani in piazza siano tanti, perché se aspettiamo che sia D’Alema a dare la spallata definitiva a Silvio, corriamo il rischio di ritrovarcelo fra le palle per i prossimi venti anni. Allons enfants. La partita inizia ora.

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