Cronaca da Parigi

Da Il Gazzettino Del Bel Mondo

Foto tratta da Getty

Cristina Donato è una giovane ricercatrice genovese attiva in quel di Parigi. Queste sue parole le abbiamo lette scorrendo la bacheca di Facebook e ci sono piaciute talmente da chiederle l’autorizzazione di un re-post sul nostro blog (con la speranza di leggere altre “cronache parigine” dalla sua fluente penna). 

… mentre tutti, comodamente seduti sulla poltrona di casa a migliaia di km da qua, continuano a condividere foto e articoli dalla dubbia fonte, io condivido quello che vivo, che forse può aiutarvi a capire un attimo che vedere le cose “live” fa effetto. Ieri Parigi era avvolta da un silenzio surreale interrotto dalle sirene della polizia e dal rumore di qualche elicottero che attraversava il cielo. Châtelet sempre affollata era vuota, una ragazza piangeva dirigendosi verso la RER. Sorrido a una ragazza musulmana visibilmente preoccupata, perché lo faccio sempre e ora più che mai. Ho visto la fila dei parenti delle vittime davanti all’obitorio di place Mazas. Una nonna piangeva disperata, l’avrei abbracciata fortissimo ma non ce l’ho fatta perché sono scoppiata a piangere pure io. Un mio caro amico mi è venuto a bussare a casa ancora sotto shock: “Ero lì, sparavano e sono scappato e sono vivo… Ero vicino al nostro bar…”. Questo è vivere a Parigi oggi, andare a lavoro con i soldati per strada, sentire le sirene e alzare la musica per non sentirle più. Dopo gennaio il mio cervello é saturo. Perché oggi c’era già più gente per strada, perché comunque vada si tornerà a vivere la nostra vita con qualche ferita nel cuore, io col pensiero di esser stata tra i fortunati… La violenza non è la risposta alla violenza. Lo vedo per strada negli occhi della gente. Non abbiamo voglia di altra sofferenza perché le vittime del terrorismo non hanno colore, non hanno paese, sono vittime qua a Parigi, a Beirut e in Siria, ovunque.. . Ci rialziamo più forti di prima. (Cristina Donato)