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Cronaca di due giornate meravigliose: The Phoenix goes to Saxa Rubra/Unomattina

Creato il 27 ottobre 2013 da Lafenice
Cronaca di due giornate meravigliose: The Phoenix goes to Saxa Rubra/Unomattina Ero in ufficio, qualche settimana fa.
Un lunedì assurdo, fatto di bidoni pieni di fazzoletti usati, tosse violenta, male alle osse e tanta, tanta voglia di tornare a casa sul divano. Per vegetare. Per stringermi alla Luna. Per riprendere un po' di forze. Stavo male: non riuscivo a fare praticamente nulla se non guardare disperatamente l'orologio, sperando di andarmene il prima possibile. Tra un colpo di tosse e l'altro, suona il telefono: nessun numero. Mi schiarisco la voce, cercando di darmi un po' di vita, e rispondo. “Buongiorno, chiamo dalla redazione di Unomattina. Siete produttori di dadi da brodo, giusto? Perché stiamo preparando una puntata proprio sui dadi e vorremo invitarvi in studio per parlarne un pò..” Un'occasione importante per l'azienda: garantisco la nostra disponibilità, le confermo che qualcuno sarebbe andato a Roma per partecipare alla trasmissione e, non appena chiudo la comunicazione, chiamo il mio capo. “Unomattina ci ha contattati! Dobbiamo andare a Roma” gli dico, in preda al fuoco sacro dell'entusiasmo. “bene bene Elena, vai avanti!” mi fa lui, criptico, prima di riagganciare. Rifletto qualche istante sul significato dell'espressione “vai avanti Elena” ma, causa febbre, demordo in fretta (“lo scopriremo solo vivendo”, penso). Con occhi pesanti, un freddo inenarrabile e male pressoché ovunque, faccio fagotto, saluto e torno a casa. Qualche ora più tardi, il boss mi chiama dicendomi che mi sarei occupata personalmente dell'affare RAI. “io, cosa, dai cosa stai dicendo?”. Andare in tv. Parlare in diretta davanti ad una telecamera.. oddio, no. “Dai ma io, ma su sono in ufficio da nemmeno due anni, rischio figure barbine, ma dai, perché non vai tu..”. Non attacca. Dovevo andare io. Mi arrendo alla legge insita nelle richieste del mio capo: prendo atto della sua decisione, chiudo la comunicazione e mi rimetto a soffiarmi – senza interruzione alcuna – il naso. Il mercoledì mi richiamano dalla redazione, dicendomi che l'appuntamento (programmato per il venerdì mattina seguente), era stato rimandato: avevano modificato il programma, spostando i dadi ed inserendo un'intervista a non so quale attrice. Avevo 38 di febbre: ringrazio il cielo e ritorno a dormire. Il giovedì, a causa di alcuni impegni importanti, sono costretta a tornare in ufficio. Alle 15.30, suona il cellulare. “Ciao, ascolta, abbiamo dovuto cambiare nuovamente il programma.. non è che riuscireste a partire e venire giù a Roma per.. domani mattina?”. Il cuore mi si blocca per qualche istante in gola. Accetto all'istante, ripresa dal fuoco sacro dell'entusiasmo. Ed iniziano i preparativi: disperati.
  • torna a casa, prendi il gatto, portalo a casa dei tuoi.
  • Prendi i campioni di dadi e carica l'auto.
  • Ricordati di trovare un navigatore altrimenti a Roma ci arrivi tra tre settimane.
  • La valigia: prendi un po' di vestiti, scarpe, silk epil perché, di grazia, occorre mettersi a posto!
  • Fai il pieno alla Polo. Povera piccola, ma reggerà?
Cronaca di due giornate meravigliose: The Phoenix goes to Saxa Rubra/Unomattina Alle 16.30 ero nuovamente in ufficio per caricare i campioni: nel frattempo, avevo litigato con la Luna per riuscire a metterla nel trasportino che odia, avevo dovuto cambiarmi i jeans perché, sempre lei, a causa della sua repulsione nei confronti degli spostamenti, me li aveva battezzati con qualche litro di urina, avevo fatto la valigia dimenticandomi i trucchi ed il carica batterie del cellulare, avevo recuperato un navigatore e.. non avevo avuto tempo di pensare che, da li a poche ore, sarei andata in RAI. Il viaggio della speranza inizia alle 17.00. Prendo l'E45 e mi dirigo verso la capitale – da sola – sperando con tutta me stessa di farcela. Non avevo mai percorso una distanza così lunga (tra andata e ritorno, quasi 800km!) da sola con la mia auto. Temevo la stanchezza, temevo di perdermi, temevo di schiantarmi nel traffico romano.. insomma, temevo un sacco di cose. Fortunatamente, tutto fila liscio come l'olio: alle 21.40 entro in un albergo molto carino accanto a via Teulada (dove l'anno scorso frequentai il corso di scrittura creativa RAIERI, quanti bei ricordi!), e mi precipito nel ristorantino che mi avevano prenotato in Viale Angelico (ho mangiato le fettuccine al tartufo più buone che abbia mai assaggiato! Se passate da Roma, fermatevi al ristorante King dei Molisani – viale Angelico 41-43). Mi rendo conto che l'aria romana mi fa uno strano effetto: quella città mi rende incredibilmente felice. Forse perché c'è un feeling speciale tra di noi o forse solo perché ho avuto la fortuna sfacciata, nei tre mesi di corso, di girarmela tutta a piedi, no so dirvi. Però ha il potere di farmi sentire accolta, quasi come se fossi arrivata a casa di una vecchia amica che non vedevo più da qualche tempo. È una città che conosco, in cui avevo sviluppato le mie abitudini (come comprare il pane da portare a casa in Romagna, ad esempio!): una città che, per quanto talvolta mi abbia spaventato, non manca mai di dirmi “ben tornata Elena”. Lo fa a modo suo, ispirandomi pace e tanta voglia di fare al tempo stesso. Insomma: rivederla è sempre un piacere immenso! Riesco ad arrivare a letto verso mezzanotte. E, chiaramente, di dormire non se n'è parlato nemmeno. Tosse, tosse ed ancora tosse. Unite il tutto ad un po' di agitazione ed avete la chiara immagine dell'Elena che gira e rigira per la stanza e decide, verso le quattro del mattino, di dormire seduta abbracciata ad un cuscino (l'unico modo trovato per vincere la tosse). Cronaca di due giornate meravigliose: The Phoenix goes to Saxa Rubra/Unomattina Il mattino seguente, entro a Saxarubra verso le 9.00. una meraviglia: una piccola città fatta di studi televisivi e di gente che non sta ferma un attimo. Parcheggio dietro ad un camion aperto e, pochi istanti dopo, mi rendo conto che alcuni uomini, stanno scaricando gli arredamenti dello studio di Superquark. Mi fermo incantata: questo è il Paradiso! Ho avuto il grande onore di farmi truccare e pettinare dalle incredibili – e davvero tanto simpatiche – professioniste RAI: vedere che, subito dopo di me, era il turno di Lori del Santo, è stato qualcosa di surreale, incredibile. Guardarmi allo specchio alla fine del processo di “restyling feniciano”, ha lasciato la stessa emozione dentro la piccola – ed incredula – Elena: stentavo a riconoscermi. Ho trascorso tutta la mattina in uno stato di felice beatitudine. Una volta dentro lo studio, sono riuscita a parlare con cognizione di causa ed a godermi a pieno quel fantastico momento. Alle 13.30, ha avuto inizio il viaggio di ritorno: ero stanca, provata dall'influenza e dalle poche ore di sonno ma.. felice! Di avercela fatta, di aver vissuto quelle ore così cariche ma così belle. Ma soprattutto ero grata di aver avuto la possibilità di viverla: che bella soddisfazione!
Ed ecco il video della mia fatica (che non riesco a guardare.. ce la farò, un giorno.. forse;)). [al minuto 28, mi dicono!]

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