L’amore e l’odio muovono le arti perché il nostro cervello funziona così: bianco\ nero, bene\male, questo o quello. Anche la nostra natura è inesorabilmente divisa in due polarità sessuali che possono eventualmente dar vita, mescolandosi tra loro, ad una terza generazione (l'androgino del simposio platonico), la quale comunque continua ad avere le caratteristiche delle due sessualità di cui sopra. Quando abbiamo inventato la pila cosa abbiamo fatto? Polo positivo e polo negativo, cioè? Odio e amore: due informazioni. Quando abbiamo inventato il computer cosa ci abbiamo messo dentro? Lo zero e l’uno, cioè? Due informazioni. Questo e quello, bene\male, positivo\ negativo, ODIO\AMORE. Anche le società le abbiamo plasmate seguendo lo stesso schema binario: armagnacchi e borgognoni; guelfi e ghibellini; conservatori e riformisti; destra e sinistra. O questo o quello, o una mescolanza dei due colori. La nostra testa è limitata: più di due informazioni non c’entrano; siamo irrimediabilmente manichei, bipolari, schizocratici. Qualcuno ha tentato la via al monismo, la quiete neoplatonica dell’Uno. Erano solo meravigliose e utopiche astrazioni? Utopiche astrazioni si, ma meravigliose non di meno.
“L'Uno è "tutte le cose" e al tempo stesso non è neppure una di esse; principio di tutto, voglio dire, non è "tutte le cose" in una maniera qualunque ma è tutto in una maniera trascendente. Plotino, Enneade V, 2 - I – II
Insomma rimarremo manichei, eppure l'uomo non si è mai stancato di cercare la soluzione unica, il sentiero che dalla biforcazione riportasse alla strada maestra per poi dover riconoscere sempre il suo limite. Ciò non di meno, tutta la religione cristiana si fonda sulla negazione del molteplice corrotto e imperfetto delle divinità pagane, per accogliere il modello unico, perfetto, ed immutabile del dio monoteista. Modello mutuato dal monoteismo ebraico, ma rinnovato nella figura del Cristo figlio dell'uomo. Modello che ha come riferimenti filosofici però, anche e sempre di più nel corso delle sedimentazioni dottrinali successive, L'idea platonica dell'essere e del bene. Per S.Agostino, che lesse Platone prima di leggere la bibbia, il male non avrà mai autonomia ontologica; sarà sempre "negazione del bene". Eppure la seduzione del male è forte; ne sa qualcosa l'esorcista (sic) Gabriele Amorth che in questa intervista con Corrado Augias, non esita per l'ennesima volta a dire che se non si crede in Satana, non si può credere neanche in Dio.
Al minuto 2 e 50 Augias pone ad Amorth la domanda chiave: " Si può credere in Satana senza credere in Dio?" e la risposta è immediata: "no, sono due entità legate", evidentemente la domanda poteva essere anche rovesciata , ma per delicatezza l'intervistatore ha preferito così. L'intervista si conclude poi con quella che potrebbe essere una semplice e pur già grave ammissione di manicheismo ( una forma di eresia combattuta dalla chiesa delle origini e dalla quale si dissociò lo stesso Agostino, padre della chiesa), ma c'è di più: Amorth dichiara che "tutto il bene viene da Dio, e tutto il male viene da Satana". Qui si va ben oltre il manicheismo; questo significa riconoscere al maligno proprio quella autonomia e potestà ontologica che Agostino non gli avrebbe mai accordato. Il male non è dunque più non-essere, o negazione dell'essere, nella perfetta tradizione platonico parmenidea ( se almeno si esclude il Platone del "parricidio" nel Sofista), il male E', ha pienezza ontica e ampia facoltà di agire. Eccoci al capovolgimento dell'ortodossia Agostiniana: il non-essere è; il nulla E'. Questa è eresia. Questo è NICHILISMO.