Cronaca di una convivenza. Come avete passato il Natale? Buon 2015!

Da Ornellaspagnulo82 @OrnellaSpagnulo

I fasti del Natale si sono miseramente conclusi e ora sto seduta su un divano sempre più sporco (era bianco, per santa Monica, l’etichetta recava la scritta: “si sporcherà ogni mese e lavarlo costerà caro, perché non basterà la lavatrice, no, la lavatrice lo sporcherà anche di più con delle strisce nere inaspettate”…), tant’è che ora è per metà rivestito con una copertina rossa (e lo volevo rosso, infatti). Daniele, ritornato da lavoro, ha finito una lattina di Coca Cola, io invece sono mezza stordita perché ho passato il pomeriggio a camminare con i miei genitori fino a raggiungere un viale pieno di negozi a 3 gradi circa.

Ci siamo fermati in un bar e ho fatto polemica con la proprietaria di una certa età perché tanti ragazzini fumavano dentro al bar: “Ma qui non c’è il divieto di fumo?” ho chiesto, non tanto per rompere i coglioni ma perché la puzza di fumo mi infastidiva – sono un’ex fumatrice, tolleratemi –.

Da http://www.genitoriattenti.com.

“Sì certo, ora provvedo subito”. Un ragazzino ha spento subito la sigaretta, la proprietaria ha fatto arieggiare il locale: tempo 5 minuti, mentre noi ci eravamo seduti a un tavolino, altre tre persone, tutte minorenni, si erano accese tre sigarette che ostentavano quasi, con il polso poggiato sul tavolino, come a dire: “Noi siamo grandi, noi fumiamo”, e alla mia seconda indignazione mio padre mi ha rimproverato: “Non ti ricordi quando fumavi anche tu?”, e mia madre: “Ora non mi posso mettere a fumare, non avrebbe senso, hai detto alla proprietaria che non si può fumare”. Un cappuccino molto pesante, era fatto con il latte intero, non avevano quello scremato. Una frase sincera! Una frase sincera! Mi suggerisce lo spirito defunto di Hemingway. (No, non sto delirando, sto solo ricordando un consiglio dello scrittore amato rivolto a chi si mette a pigiare tanti tasti-lettere tutti insieme, uno dietro l’altro, come impossessato da un demone e senza saperlo fare). Il pomeriggio è stato piacevole. I miei genitori, dotati di sciarpe e cappellini, sono tornati a casa loro e nel frattempo si sono dati il cambio con Daniele. Daniele, appena siamo soli, mi racconta un brutto sogno, ma il mio è ben peggiore tant’è che si mette a ridere lui, dopo che ascolta il mio sogno molto peggiore. Il modo migliore per lasciar scorrere la compassione è attraverso una risata, e la si fa scorrere via. Ma sono tre notti che ho incubi: sono per l’esattezza due vecchi amici che mi vengono a visitare, un’amica che si sentiva migliore di me e che non ho mai perdonato, un amico che ho lasciato solo nel momento del bisogno e non mi sono ancora perdonata (la mia ‘scusa’ sincera era che Daniele potesse essere geloso di lui). Come ho passato il Natale? Bene, cari ‘ricchi’ come me. Per la vigilia mio padre ha stappato uno champagne da 250 euro (un regalo che aveva ricevuto non si sa bene da chi), non sto scherzando, e il giorno dopo per liberarmi dai sensi di colpa sono andata ad affettare del pane e lavare le pentole con quelli della Comunità di Sant’Egidio. Un pranzo pieno di anziani e di bambini. “Dove sono i senzatetto?” ho chiesto, “Li hanno lavati e vestiti”, “Ah, bene”, ed è passato Natale.

Buon 2015 a tutti i lettori del blog!



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