(Continua da QUI) Dopo un fine settimana non proprio rilassante, il lunedì mattina mi presento, a digiuno e con una scorta di biscotti nella borsa, all'ospedale dove il cardiologo mi ha prenotato gli accertamenti: analisi del sangue e lastra ai polmoni. La dottoressa burbera mi dà un'occhiata ai polpacci edematosi e dice "Se questo non è ipertiroidismo, non gioco più". I battiti, dopo due giorni di betabloccanti, sono tornati quasi normali. Mi prelevano il sangue venoso dalla solita piega del gomito, e quello arterioso dal polso. Mi fanno la lastra ai polmoni. Poi esco nella sala del pronto soccorso e aspetto i risultati. Dopo un'ora o due - difficile mantenere la cognizione del tempo - l'infermiera mi richiama e mi manda in una sala con la dottoressa burbera, che mi conferma l'ipertiroidismo (fiu!), con sospetto morbo di Basedow (oddio, quello degli occhi a palla. Sì, mi dice la dottoressa, se non si cura in tempo. Ah, allora può darsi che la scampo). Le chiedo della lastra ai polmoni: tutto a posto, mi risponde con aria annoiata, tanto era sicura della sua diagnosi basata su un'occhiata ai miei polpacci. Mi dice che ha già avvisato il cardiologo, che è stato contentissimo della notizia. E poi mi dice di rivolgermi a breve a un terzo ospedale, quello del capoluogo (Varese), che ha un reparto di endocrinologia. "Bene, adesso posso mangiare?" le chiedo. Sì, perché fra tutti i sintomi dell'ipertiroidismo, il mio corpo, benedetto lui, ha scartato tutti quelli emotivi (non frigno, non m'incazzo più del solito), l'insonnia (mai dormito così bene. Dopo aver ricevuto la diagnosi, ovviamente), il gozzo (il mio collo è rimasto di dimensioni normali), gli occhi a palla e le caldane, e si è tenuto il fiato corto e la tachicardia, le gambe un po' gonfie e soprattutto una fame mostruosa abbinata a perdita di peso. La dottoressa dell'ospedale di Varese, quando glielo dirò, alzerà gli occhi al cielo e risponderà: "Sì, lo so, me lo dicono tutti. Pensi che ci sono persino dei farabutti che prescrivono ormoni tiroidei per far dimagrire la gente. Però non si tratta di perdita di grasso, bensì di tessuto muscolare." Ah, vabbè, pensavo meglio. Però intanto mangio come un bufalo e mi metto quei jeans che non si chiudevano più. Finché dura...Richiamo il cardiologo, che mi ribadisce che si tratta della cosa migliore che mi potesse capitare, e poi finalmente me ne vado a pranzo.(2. Continua)