Non a caso parlo di narrativa riferendomi a Cronenberg, dal momento che le sue pellicole non offrono nessun tipo di approccio metalinguistico, anzi, sfruttano le “sovracostruzione psicoanalitiche” costruite dall’immaginario comune per distruggerle dall’interno e portare lo spettatore ad avere l’impatto più diretto e più devastante con la realtà in cui vive quotidianamente.E’ necessario a questo punto, per proseguire con maggior comodità, specificare cosa si intenda per “sovracostruzioni psicoanalitiche”.Nel trattamento del disturbo psichico Freud introduce una precisa separazione tra soggetto e oggetto del desiderio, prima costruzione teorica che lo porterà in seguito a definire i concetti di “conscio” “preconscio” e “inconscio”.Soggetto e oggetto vanno intesi come “nodi energetici” permanenti, attraversati da un’energia dinamica bidirezionale chiamata “pulsione”. Il soggetto è teso dinamicamente verso l’oggetto e, l’energia pulsionale con la quale lo investe, gli ritorna indietro reinvestendolo. Il corretto rapporto di compensazione tra soggetto e oggetto segna la differenza tra l’individuo normotipico e il malato psichico all’interno del quale la pulsione non trova il suo corso e si neutralizza in partenza oppure devia dall’oggetto d’amore perchè ne è rifutato o non lo riconosce come tale (da ciò “devianza psichica”).Da questa teorizzazione nasce l’opinione della “psicologia classica per la quale la mancata soddisfazione delle pulsioni porti automaticamente a una serie di “complicazioni psichiche” tendenti verso la malattia e, comunemente, si accetta che il senso di colpa, inteso in senso freudiano, sia il “campanello di allarme” che preannuncia il crollo psicotico.
"La Fenomenologia è la coraggiosa scommessa che fa il sistema nervoso centrale sulla propria esistenza” : una citazione di James G. Ballard assolutamente necessaria.Con questa frase Ballard intende richiamare il filone della letteratura Surrealista a cui è molto affezionato, che vede il processo di consapevolezza interiore come derivante dalla stratificazione dei diversi vissuti esperienziali, successivamente codificati in simboli.Ballard, e Cronenberg in cinematografia, non sono interessati tanto al "simbolo", quanto al "processo". Il loro lavoro consiste nel fondere l’esperienza fenomenologica “quotidiana” col nucleo più profondo dell’Io, confutando il principio psicoanalitico e dinamico che vede l’equilibrio psichico dell’uomo fondarsi sul rapporto tra soggetto e oggetto d’amore: nella loro narrativa, essi sono una cosa sola.
Non a caso parlo di narrativa riferendomi a Cronenberg, dal momento che le sue pellicole non offrono nessun tipo di approccio metalinguistico, anzi, sfruttano le “sovracostruzione psicoanalitiche” costruite dall’immaginario comune per distruggerle dall’interno e portare lo spettatore ad avere l’impatto più diretto e più devastante con la realtà in cui vive quotidianamente.E’ necessario a questo punto, per proseguire con maggior comodità, specificare cosa si intenda per “sovracostruzioni psicoanalitiche”.Nel trattamento del disturbo psichico Freud introduce una precisa separazione tra soggetto e oggetto del desiderio, prima costruzione teorica che lo porterà in seguito a definire i concetti di “conscio” “preconscio” e “inconscio”.Soggetto e oggetto vanno intesi come “nodi energetici” permanenti, attraversati da un’energia dinamica bidirezionale chiamata “pulsione”. Il soggetto è teso dinamicamente verso l’oggetto e, l’energia pulsionale con la quale lo investe, gli ritorna indietro reinvestendolo. Il corretto rapporto di compensazione tra soggetto e oggetto segna la differenza tra l’individuo normotipico e il malato psichico all’interno del quale la pulsione non trova il suo corso e si neutralizza in partenza oppure devia dall’oggetto d’amore perchè ne è rifutato o non lo riconosce come tale (da ciò “devianza psichica”).Da questa teorizzazione nasce l’opinione della “psicologia classica per la quale la mancata soddisfazione delle pulsioni porti automaticamente a una serie di “complicazioni psichiche” tendenti verso la malattia e, comunemente, si accetta che il senso di colpa, inteso in senso freudiano, sia il “campanello di allarme” che preannuncia il crollo psicotico.
“La paranoia è la realtà su una scala più sottile” diceva un personaggio di “Strange Days” e Cronenberg la utilizza per estremizzare, ad esempio, il bisogno di socialità dell’essere umano. Videodrome, prima di far vedere il canale televisivo come porta per una nuova dimensione di esperienza, nasce con tutti gli ingredienti necessari per un film sui complotti, quasi seguendo la narrativa delirante e allucinata di William Burroghs.Anche il sesso viene inteso “in senso Ballardiano” e si mescola col morboso: la sua veste più brutale e violenta, dando vita a un ibrido dalle infinità capacità di superamento della coscienza primordiale. Non a caso in” Crash” non esiste desiderio sessuale se prima non è avvenuto un incidente automobilistico. Il pensiero di Cronenberg sembra quindi rivolto a distruggere i “tabù congeniti alla razza” e questo, nella sua ottica, spiega il profondo scetticismo nei confronti della Psichiatria e nell’accettazione completa (e provocatoria) di tutte le forme di alterazione della coscienza delle quali si serve per portare i suoi personaggi “oltre la soglia del conoscibile”.La disaffezione nei confronti della psicoanalisi la si vede completamente nel personaggio dello psichiatra-serial killer di “Cabal”, tratto dal bel libro di Clive Barker e interpretato, su pellicola, dallo stesso Cronenberg.“Io sono invincibile perchè sono le mie stesse paure” dice lo psichiatra omicida e in questa semplice frase si esprime tutta l’inutilità del pensiero psicologico contemporaneo, per il quale le forme libidiche morbose sembrano degli “spauracchi”, dei babau che gli sciamani del villaggio (gli psichiatri) sventolano davanti ai bambini per farli andare a letto presto e accrescere il loro senso di colpa. Non a caso la maschera dello psichiatra-serial killer ricorda facilmente quella dello spaventapasseri con i bottoni al posto degli occhi e una cerniera per bocca: tanto spaventoso all’aspetto quanto grottesco e vuoto, farcito di paglia.Il superamento dei limiti per l’emergere della personalità è un processo generalmente apprezzato all’interno della nostra società, ma il superamento della personalità per l’acquisizione della realtà è un processo che ricorda i tentativi di Giordano Bruno di ricostruire la sfera fenomenologica e, al tempo stesso, un tentativo di distruggere le sovracostruzioni individuali che portano l’individuo a una continua, snervante, valutazione altalenante nei confronti di sè stesso.Cronenberg avvince ed affascina, o perlomeno scuote le coscienze
Non a caso parlo di narrativa riferendomi a Cronenberg, dal momento che le sue pellicole non offrono nessun tipo di approccio metalinguistico, anzi, sfruttano le “sovracostruzione psicoanalitiche” costruite dall’immaginario comune per distruggerle dall’interno e portare lo spettatore ad avere l’impatto più diretto e più devastante con la realtà in cui vive quotidianamente.E’ necessario a questo punto, per proseguire con maggior comodità, specificare cosa si intenda per “sovracostruzioni psicoanalitiche”.Nel trattamento del disturbo psichico Freud introduce una precisa separazione tra soggetto e oggetto del desiderio, prima costruzione teorica che lo porterà in seguito a definire i concetti di “conscio” “preconscio” e “inconscio”.Soggetto e oggetto vanno intesi come “nodi energetici” permanenti, attraversati da un’energia dinamica bidirezionale chiamata “pulsione”. Il soggetto è teso dinamicamente verso l’oggetto e, l’energia pulsionale con la quale lo investe, gli ritorna indietro reinvestendolo. Il corretto rapporto di compensazione tra soggetto e oggetto segna la differenza tra l’individuo normotipico e il malato psichico all’interno del quale la pulsione non trova il suo corso e si neutralizza in partenza oppure devia dall’oggetto d’amore perchè ne è rifutato o non lo riconosce come tale (da ciò “devianza psichica”).Da questa teorizzazione nasce l’opinione della “psicologia classica per la quale la mancata soddisfazione delle pulsioni porti automaticamente a una serie di “complicazioni psichiche” tendenti verso la malattia e, comunemente, si accetta che il senso di colpa, inteso in senso freudiano, sia il “campanello di allarme” che preannuncia il crollo psicotico.
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