Crop circles: messaggi multimediali

Creato il 06 maggio 2012 da Tnepd

I Crop circles sono strani glifi, pittogrammi, disegni insomma, che vengono scolpiti nei campi di grano di tutto il mondo in modo assolutamente sconosciuto, non si sa da chi e perché.

In realtà il fenomeno, che è noto essere operante dalla metà del 1500 d.C., è comparso alla ribalta dei mass-media non più tardi della metà degli anni ottanta. Infatti solo pochi anni prima alcuni curiosi avevano soffermato la loro attenzione su questo fenomeno in modo più attento. Così furono pubblicati alcuni libri con le splendide immagini di quei disegni, il più delle volte scolpiti nei campi di grano inglesi, e nacquero veri e propri centri di ricerca su questo strano fenomeno, a cui nessuno sapeva dare una convincente spiegazione.

Il fenomeno mi fornisce oggi lo spunto per tentare di capire come la scienza, davanti al non comprensibile, non solo eviti di affrontare il problema della comprensione, ma si rifiuti, di fatto, di prendere atto dell’esistenza di questa interessante nuova fenomenologia.

Quando il fenomeno dei crop venne alla ribalta del grande pubblico la scienza ufficiale si trovò, e lo è ancora, totalmente impreparata all’impatto con una fenomenologia intelligente e sconosciuta. Sì, perché una cosa era evidente: i crop non erano un fenomeno naturale e non erano nemmeno un fenomeno realizzabile dall’uomo!

Di fronte a questo sospetto, che nel mondo delle persone intelligenti diventò presto realtà, la scienza ufficiale si trovò completamente spiazzata, poiché, se non erano la natura o l’uomo a fare queste cose intelligenti, rimanevano poche alternative… doveva trattarsi di intelligenze a noi sconosciute!

Ma questo la scienza ufficiale non poteva dirlo, poiché il castello di carte, già da tempo barcollante, degli antiufologi – scienziati di corte – minacciava di cadere sotto i colpi dell’evidenza più spudorata. Così assistemmo a pochi ed inutili tentativi della scienza di mascherare il problema.

“I crop li fanno particolari tipi di vento…”, dissero subito gli esperti delle università inglesi. Gli si fece notare che la geometra di alcuni disegni, come quello rappresentante l’albero della vita della Kabala ebraica, era troppo persino per i venti inglesi, anche se diretti dalla mano di Jehovah.

Allora dissero che si trattava di fulmini globulari rotanti. Gli si contestò che, se c’era qualcosa di rotante era costituito dagli “attributi” della gente comune, che si sentiva presa in giro.

Allora dissero che si trattava di alcuni giovani buontemponi che nottetempo effettuavano i glifi, al buio e senza far rumore. Gli si contestò che, essendo il primo glifo registrato risalente al VI secolo d.C., questi buontemponi non potevano essere tanto giovani.

Gli scienziati inglesi dissero subito che si trattava di due vecchietti! Alla faccia della longevità della popolazione britannica, uno dei due vecchietti confessò di essere lui l’autore dei glifi, ma, oltre a contestargli il suo conto in banca, che sembrava stranamente lievitato negli ultimi tempi, gli si contestò il fatto che i glifi si trovavano in giro per il mondo, sparsi un po’ dappertutto sulla superficie terrestre e non solo sotto casa dei due quasi centenari.

Ultimamente uno dei due vecchietti è passato a miglior vita, ma chi è rimasto ha intensificato la produzione dei crop, tanto da effettuarne, nella sola Inghilterra, circa duecento all’anno.

A questo punto gli scienziati si trovavano a mal partito, poiché non c’era modo di dimostrare che i crop non erano costruzioni aliene al pianeta Terra. Ma ecco arrivare il colpo di genio del CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale). Spinti dalla stupida idea che “tutto quello che si può rifare è falso” si spinsero a tentare di ricostruire alcuni crop in territorio italiano, facendosi fotografare dai giornalisti di Focus (Sic!). Gli scienziati avevano dimostrato che i crop si potevano rifare, quindi gli alieni non c’entravano per niente.

Al di là del fatto che questo aspetto della questione dimostrerebbe solo che, se domani costruissimo un’astronave, per il CICAP vorrebbe dire che non esistono le astronavi aliene, in realtà i giornali che dettero risalto alla notizia non dissero la verità, infatti il crop costruito dai signori del CICAP non era affatto uguale a quelli che troviamo nei campi di grano inglesi. E, perché non ci siano dubbi, dico che erano diversi in tutti gli aspetti che li descrivono. Era diversa la dimensione: il CICAP aveva fatto un “croppettino” di pochi metri di diametro, ma avrei voluto vederlo all’opera con il glifo di 160 metri di diametro di Hackpen, Barbury Castle (2001).

Era diverso l’arricciamento delle spighe, che nel caso del crop del CICAP erano piegate, schiacciate e spezzate. Nel caso dei veri crop risultano, invece, modificate le lunghezze delle fibre vegetali sia interne che esterne allo stelo della spiga. Su di un lato le fibre risultano allungate e sull’altro accorciate. Inoltre i ciuffi sono arrotolati in senso orario od antiorario non solo in corrispondenza di numerosi assi perpendicolari al terreno, ma essi risultano anche arrotolati tra loro con geometrie spiraliformi estremamente precise. Era diverso il tempo di costruzione del crop, poiché ciò che si era rivelato lungo, estenuante e faticoso per le braccia poco avvezze al lavoro dei campi, ma semmai più avvezze alla risoluzione di qualche integrale, dei poveri “croppatori” (Cropmakers, in inglese, fa un’altra impressione!) del CICAP, se paragonato ai pochi secondi necessari per realizzare il glifo vero, appariva sconcertante! Le immagini filmate di alcune sfere luminose di piccole dimensioni, seguite da un elicottero dell’aviazione inglese, mostrava un tempo di esecuzione nell’ordine di quattro secondi per un crop di circa cento metri di diametro.

Nel frattempo è stato pubblicato un lavoro scientifico che dimostra come questi crop non sono, sicuramente, opera dell’uomo. Ma il CICAP insiste e non perde l’occasione per dire che i crop sono opera di vecchietti inglesi. Ora, mi domando io, nonostante che sia dimostrato ed evidente che le cose non stanno come dice la scienza ufficiale del CICAP, nonostante siano state fatte accurate analisi da parte di laboratori di stato francesi, che mostrano come effetti di potenti microonde abbiano potuto produrre questi strani glifi, nonostante le figuracce ripetute davanti all’incredulo telespettatore da parte di… “è lui o non è lui… ma sì che è lui… anzi, sono loro…”, possibile che gli irriducibili “cicappiani” del CISU (Centro Italiano Studi Ufologici) siano ancora a giocare con le figurine della scienza ufficiale, le quali, più che figurine, appaiono vere e proprie figuracce?

“La scienza va avanti a piccoli passi…”. Se questo è il suo atteggiamento, che nega e mistifica l’evidenza di una tangibile realtà sotto gli occhi di tutti, beh, meglio essere analfabeti. Già, perché, in realtà, se si è analfabeti forse non si ha la mente obnubilata dai modelli mentali e si riesce a capire che i pittogrammi inglesi, detti volgarmente crop, rappresentano immagini, quindi iconografie che richiamano alla nostra mente i simbolismi della cultura terrestre. Sembra che tutti i simbolismi siano trattati dal misterioso cropmaker che si cela dietro questo mistero. Così, accanto alla raffigurazione della Kabala ebraica, troviamo la doppia spirale del DNA, le orbite dei pianeti, l’equazione di Julià, i simboli della geometria sacra delle culture precristiane, figure di volti umanoidi e matematica dei numeri binari. Tutto lo scibile umano fatto a disegni! E che disegni! A tale proposito il fenomeno dei crop rappresenta un esempio di come la credibilità della scienza cada davanti al buonsenso. Infatti chiunque si trovi davanti alla foto di un crop saprà immediatamente, dentro di sé, che ciò che dice il CICAP è insensato. Siccome sono uno sperimentale, vi invito a fare questo esperimento.

Date un’occhiata al catalogo generale dei crop inglesi presenti al sito [da cui sono tratte le foto nel post, nota di TNEPD]

http://www.cropcircleresearch.com ,

e chiunque pensi che i crop siano strutture fatte dall’uomo, mi mandi una E-mail. Chi, invece, crede che il CICAP si sbagli, mandi una E-mail a loro e vediamo cosa succede!

Appare evidente che, se i crop sono messaggi che qualcuno ci invia, il fatto dura da almeno cinquecento anni. Che noi terrestri fossimo duri di comprendonio lo sapevamo, ma la costanza degli alieni, se di alieni si tratta, sarebbe encomiabile, a meno che il nostro nascosto interlocutore, chiunque sia, abbia una scala spazio-temporale diversa dalla nostra.

Ammettiamo che i nostri interlocutori alieni abbiano una vita media di mille anni. Cosa volete che significhi, per loro, sprecare un bit di tempo, mezza loro generazione, per parlare con l’umanità? Noi abbiamo spedito un messaggio nel cosmo, con il progetto SETI, da Arecibo nel 1974, sperando di avere una risposta fra cinquantamila anni…

Segnale trasmesso nel 1974 dal radiotelescopio di Arecibo, Porto Rico.

Ma non sarà, tanto per fare un’ipotesi (fare delle ipotesi è il metodo scientifico più corretto, perché permette di arrivare da qualche parte: chi non fa ipotesi non sa da che parte guardarsi intorno e non arriva mai a nessuna soluzione del problema – nda) che il messaggio dei crop rappresenti qualcosa che ci riguarda da vicino? Sembra che il messaggio simbolico evocato dall’iconografia produca, all’interno del nostro inconscio, delle risposte di vario tipo.

Questo accade per chi osserva i crop con una certa attenzione. Sembra, infatti, che ognuno di noi si specchi in questo fenomeno, da cui trae una risposta fatta a sua immagine e somiglianza. Sarebbe come dire che, se hai determinati requisiti, trovi nei crop delle risposte, ma se hai altri prerequisiti, trovi, davanti all’osservazione dei crop, altre risposte. I crop, dunque, sarebbero non un linguaggio per pochi eletti ma un multilinguaggio per tutti. Questo fenomeno accadrebbe perché dentro di noi ci sarebbero, stampate nel nostro DNA (direbbe Gustav Jung), già delle risposte nascoste in forma di archetipi antichi.

Il messaggio che questi alieni ci manderebbero sarebbe dunque semplice: come se ci dicessero “GUARDATE CHI SIETE, RENDETEVI CONTO DELLA VOSTRA SITUAZIONE, ALTRIMENTI NON ANDRETE DA NESSUNA PARTE”.

Il messaggio viene inviato in continuazione, fino al momento in cui l’uomo non capirà. Quello sarà il momento in cui i crop non si produrranno più, fra chissà quanti anni…

Dunque di fronte al crop circle, qualunque sia la sua forma e la sua dimensione, noi avremmo dei sentimenti che non sarebbero altro che l’immagine del nostro profondo Io. Così un esoterista vedrebbe l’aspetto esoterico dei crop, mentre un ufologo ci sentirebbe il suo lato alieno, che forse è dentro alcuni di noi. Un matematico vedrebbe se stesso riprodotto alla grande, così come un nativo americano vedrebbe nei crop il disegno di Manitù. E noi vediamo negli altri proprio l’aspetto che loro vedono nei crop di se stessi.

Ma a cosa servirebbe tutto ciò? Se questo è un messaggio alieno, è un messaggio multimediale che non usa Internet, ma apre le vie dell’inconscio ad antiche ed ataviche conoscenze e che si rivolge a noi per dirci chi siamo, ad ognuno di noi e non a tutti egualmente. Finalmente un linguaggio non globale, ma una rivelazione rivelata e personalizzata per ciascuno di noi, il quale, attraverso questo trucco, scopre chi è in realtà e tocca con mano i suoi limiti e gli aspetti di una sua propria essenza, a cui non era mai arrivato.

Tutto questo sarebbe in accordo anche con le idee del CICAP e di quelli come loro, che dietro tutto questo, come in uno specchio, vedono solo l’inganno.


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