2009: Crossing Over di Wayne Kramer
Presentato in anteprima al Taormina Film Festival, ha riscosso consenso da parte della critica.
“Fa riflettere senza essere predicatorio” (Il Corriere della Sera), “Un film scritto con impegno e rappresentato con vigore” (Il Tempo), “Il ritratto d’insieme è potente e immediato” (Liberazione), “Sguardo critico e stimolante rivolto all’apparato burocratico americano” (Movieplayer), “Immagini potenti, situazioni esemplari” (Cinematografo), “ Il tutto è mediato, elaborato, mostrato con discrezione, senza cedere mai all’ingordigia delle immagini e alla faziosità della loro esegesi, senza piegarsi al racconto a tesi” (Spaziofilm), “Dolente e sommesso Harrison Ford” (La Stampa).
Film dalla vita non facile: in USA i produttori hanno eliminato alcune sequenze e lo hanno distribuito in sordina, in Italia è uscito a fine giugno e in forma limitata: per evitare troppe polemiche?
Wayne Kramer riprende in mano il suo cortometraggio del 1996, dall’omonimo titolo, e costruisce un dramma dal tema attualissimo e che probabilmente ha scontato sulla propria pelle (Kramer è naturalizzato americano dopo esser stato cittadino del Sud Africa). Un intreccio di tante storie (ad incastro) tutte vertenti sulla necessità di procurarsi la «carta verde», la «green card» senza la quale uno straniero non ancora naturalizzato americano non può lavorare negli Stati Uniti.
Un film corale dal buon ritmo, ottimamente fotografato e interpretato. Cattura la nostra attenzione, ci coinvolge, ci rende partecipi.
Crossing Over (Passare il confine) è un film impegnato e partecipe al dramma dei diversi personaggi. Un appello al rispetto che si deve a qualsiasi essere umano, nonostante le difficoltà d’incontro tra culture diverse. Un affresco che dà da pensare “dei pregiudizi e di un impero che crollando, come sempre, lascia gli ultimi, i più deboli, sotto le macerie” (Boris Sollazzo).
p.s.
Interessante la considerazione che fa Mauro Corso su FilmUp: a suo parere Crossing Over evidenzia come “il rapporto dello Stato sia ambivalente: a volte sembra inutilmente crudele, a volte duro ma giusto, a volte pietoso e umano. Del resto, si sa, sono gli uomini a fare la differenza”.
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