Crostata di frolla di castagne alla crema di ricotta e marmellata ai tre agrumi

Creato il 17 gennaio 2016 da Povna @povna

Prima di partire per il sud, lo aveva raccontato, la ‘povna ha organizzato una cena finale a casa di Thelma, presenti e attivi partecipanti il gatto Semolino, ovviamente, che l’ha ben aiutata a cucinare tutto, Thelma stessa, lo Stropicciato, Val-di-Non, BibCan e Piton. Poiché la ‘povna era l’unica in vacanza, quel giorno, ha scelto il menu e cucinato lei sostanzialmente tutto. Tra le varie pietanze, che sono venute tutte bene, spiccavano sia il gateaux di zucca e radicchio rosso (di cui, se mai, a un’altra ricetta) e poi una crostata sgluto che è venuta proprio buona.
La ‘povna ha preso un mix di farina di castagna (largamente prevalente) e riso (meno di 1/3), e vi ha adattato la ricetta del Talismano della Felicità della pasta frolla (per lei, l’unica possibile), e a ha organizzato le sue dosi così:

220 grammi di farina di castagne
80 grammi di farina di riso
3 tuorli
150 grammi di burro
100 scarsi di zucchero
(niente scorzetta di limone, rispetto all’originale, perché con le castagne ci dice pochissimo)

Ha impastato velocemente una frolla (che a lei viene molto bene anche con le farine sgluto, senza bisogno di particolare additivi o trucchi), e l’ha messa a riposare in frigo per una mezz’oretta.
Nel frattempo, ha preparato una crema pasticcera di media consistenza, sempre ricetta del Talismano:

2 tuorli
2 cucchiai di zucchero
2 cucchiai scarsi di farina (uno riso e uno castagne)
mezzo litro di latte

Ha montato molto bene i tuorli con lo zucchero, ha aggiunto la farina, mentre, nel frattempo, faceva bollire il latte. Lo ha aggiunto piano, piano, ha rimesso sul fuoco e ha fatto addensare fino a cucchiaio velato e comunque fino alla desiderata consistenza. Poi ha spento il fuoco e l’ha messa a raffreddare (non senza averne data un poco a Semolino, per assaggio).
Poi ha recuperato la pasta, e l’ha stesa con le mani, bella spessa, in una teglia di silicone da crostate. L’ha messa in forno a 180° senza ceci né biglie (ché lei, a tutti i paraphernalia, crede assai relativamente) per minuti tra i 6 e gli 8 (poi si guarda). Intanto, ha approfittato per aggiungere alla crema pasticcera tiepida 125 grammi di ricotta e un pizzico abbondante di cannella.
Quindi ha tirato fuori, ha schiacciato un poco la pasta là dove si era sollevata, e ha cosparso il fondo di una strato sottile di marmellata ai tre agrumi (pompelmo, mandarino e arancia) che per il nuovo anno aveva regalato a tutti loro Thelma), quindi ha versato la crema sopra il tutto.
Ha rimesso in forno, e ha fatto andare, sempre sui 180°, per mezz’ora al massimo.
Il risultato è stato tirato fuori, fatto freddare, e poi mangiato con gusto in quello stato di grazia appena dopo il tiepido da tutti loro, con un po’ di rhum.
E la ‘povna, assai contenta dell’esperimento, lo ripeterà venerdì prossimo (visto che ha ancora con sé un preziosissimo vasetto di agrumato nettare) alla cena con gli Amicolleghi, Connie e (forse) l’Anziana di Ginevra, il prossimo venerdì.