CROWBAR @Traffic, Roma, 6.4.2014 (e ci sta pure un nuovo brano in streaming)

Creato il 08 aprile 2014 da Cicciorusso

Kirk Windstein ha la faccia paciosa e rilassata, l’aria dello zio redneck che tutti vorremmo avere. Entriamo e lo vediamo al banchetto insieme alla moglie (un’ex strappona, è la subitanea diagnosi di Charles). Non nega una foto e un autografo a nessuno e beve un energy drink non identificato. Niente birra per lui. Non è diventato astemio al 100% ma ha smesso di darci dentro da tre anni ormai ed è proprio per non rischiare di essere indotto nuovamente in tentazione che, qualche mese fa, aveva annunciato il suo clamoroso addio ai Down, nei quali è stato sostituito dal suo ex tecnico del suono, Bobby Landgraf. Phil Anselmo ha bisogno di qualche giorno libero tra una data e l’altra per riposare la voce, aveva spiegato all’epoca, e un tour dei Down è caratterizzato quindi da lunghi tempi morti durante i quali Kirk si annoiava a morte e non trovava di meglio da fare che attaccarsi al fiasco. Qua si potrebbe obiettare che, almeno in Europa, qualche cattedrale o qualche museo si può pure visitare, se proprio non si sa come impiegare la giornata, ma non possiamo mica pretendere che il nostro zio redneck sia appassionato di arte, che diamine.

Siamo arrivati giusto in tempo per gli ultimi due brani dei Southern Drinkstruction. Era un bel po’ che non li vedevo, probabilmente dallo show di spalla agli Entombed di un paio d’anni fa. Mi sono sembrati in serata, comunque. Il loro sludge’n’roll compatto e groovoso rende sempre bene dal vivo e il cantante Francesco resta un notevole animale da palco. Usciamo per la sigaretta di rito e cazzeggiamo un po’ con gli altri adepti del culto del riff. C’è Stefano, in compagnia di un amico che a un certo punto si volatilizzerà, tediato dai nostri aneddoti esoterici relativi al blog e agli altri sciamannati che ci girano intorno. C’è Livio con una maglia dei Franz Ferdinand, perché mi piace andare ai concerti con le t-shirt sbagliate. C’è Enrico che si è fatto autografare il vinile di Sever the wicked hand. La firma ha preso tutta la copertina. Si vede che è megalomane. Eppure pare tanto alla mano. Cazzeggiamo un po’ troppo, dato che ci perdiamo l’inizio dell’esibizione dei Monumental, gruppo stoner milanese che confesso di non aver mai sentito nominare in precedenza. Qualche canzone sentita qua e là su internet mi è piaciuta, il gruppo se la cava e il pubblico sembra gradire. I riferimenti sono quelli classici: Orange Goblin, Fu Manchu. Qualche passaggio sembra però troppo preso di peso da canzoni ben precise di altre band. Ok, se si suona stoner, si deve essere derivativi ma senza esagerare.

I Crowbar partono fortissimo con Conquering e High rate extinction. Si scatena un pogo piuttosto affollato in proporzione al pubblico, purtroppo non foltissimo ma zozzo e sudato al punto giusto. Kirk, però, sembra trovarsi perfettamente a suo agio in un contesto più intimo delle platee alle quali si era abituato con i Down. Sornione e divertito, scherza con il pubblico, fa le faccette, scapoccia. In mezzo a due pali della luce come Matthew Brunson e il nuovo bassista Jeff Golden (che l’anno scorso ha sostituito l’ex Goatwhore Pat Bruders, riparato proprio nei Down), con quel barbone sempre più tinto di bianco, sembra il nano di una saga fantasy a tema vudù ambientata nelle paludi della Louisiana. Per me il primo vero sussulto arriva, però, con The lasting dose, prima traccia di Sonic excess in its purest form. Sarò io che ho iniziato a seguirli tardi e quindi sono più legato agli ultimi album, ma – chiamatemi eretico – per me i Crowbar migliori sono quelli degli anni zero. E non devo essere l’unico a pensarla così, dato che New Dawn risulterà tra i pezzi più acclamati. Il concerto è tirato, intenso e con poche pause. A Stefano non convincono al 100%, li trova un po’ approssimativi nelle parti più veloci. Non saprei, Tommy Buckley mi è sembrato abbastanza preciso. E lo sludge è nato per essere grezzo e brutto. Ma io sono di parte. Tanto che su Planets Collide quasi mi scatta la lacrimuccia. Per la doppietta finale (The cemetery angels e Let me mourn, due dei pezzi migliori di Sever the wicked hand) mi butto sotto il palco anch’io. Purtroppo, complice l’ora un po’ improba per chi il giorno dopo dovrà lavorare (io stesso mi dovrò svegliare alle sei ma chi se ne frega), la sala si è un po’ svuotata e l’atmosfera, nel frattempo, si è raffreddata. Niente bis, quindi. Kirk però ci ringrazia comunque per essere venuti in tanti una domenica sera. Che gran signore, lo zio Kirk (foto di Charles).

Scaletta:

Conquering
High rate extinction
The lasting dose
Burn your world
Vacuum
Sever the wicked hand
Liquid sky and cold black earth
New dawn
All I had (I gave)
Planets collide
The cemetery angels
Let me mourn

ULTIM’ORA: proprio oggi i Crowbar hanno diffuso una traccia in anteprima da Symmetry in black, il nuovo album in uscita il 26 maggio, il decimo di una carriera venticinquennale. Walk with knowledge wisely è pesante e spietata come un rinoceronte che vi pesta il piede in autobus (meno male che non lo prendono l’autobus, i rinoceronti). Alzate il volume al massimo e sparatevela pure voi:



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