Bell'articolo su bastonate: http://bastonate.wordpress.com/2013/01/22/il-listone-del-martedi-otto-cose-sul-crowdfunding/ In breve, i miei due spiccioli: è evidente il crowdfunding sembra funzionare, ma se osserviamo le cifre e il numero di progetti che nascono si nota una miriade di microprogetti, tutti da poche centinaia di euro: cifre che potrebbero tranquillamente essere anticipate dall'artista. (Se ci credi, paga il progetto). E' anche vero che la prevendita potrebbe permettere, se usata in modo onesto, un tornaconto sia al fan che all'artista. Dopo tutto, perché un fan che sta finanziando la stampa del disco dovrebbe pagarlo a prezzo pieno? Ma un aspetto di cui pochi parlano e che mi sembra il più interessante, è l'utilizzo delle piattaforme di crowdfunding in modo "indiretto": far apparire un progetto su uno dei siti maggiori può anche servire ad aumentare l'esposizione del progetto stesso e come test.
L'aumento dell'esposizione (quasi) gratuito, per chi non può permettersi un ufficio stampa e non può tediare continuamente i soliti fans / amici / cugini, è un indubbio e positivo effetto.
Anche sui "vecchi" fans far partire un progetto può servire come verifica della consistenza e dell'"affetto"della base di fan. (Se ci credi, paga il progetto). Ciò che mi lascia perplesso (e perplime anche l'autore dell'articolo su bastonate) è la sopravvalutazione economica di certi plus che sono in realtà delle piccole chicche che andrebbero regalate ai fans. Perché dovrei farvi pagare due firmette sul disco?