Un altro thriller poliziesco avvincente, il secondo della saga, ormai arrivata al diciottesimo capitolo,di Csi Alaska: primavera di ghiaccio di Dana Stabenow che con la sua narrazione lineare e scorrevole riesce comunque ad accattivarsi il lettore attratto dalla vivida descrizione di quei paesaggi ghiacciati dove neve, freddo e silenzio contribuiscono a creare un’atmosfera satura di angoscia e morte.
Villaggio di Niniltna, Alaska, Roger Mc Aniff decide di acquistare un’arma e spara ll’impazzata uccidendo nove persone e due feriti. Ma a complicare l’indagine è un proiettile che ha trafitto il corpo di Lisa Getty, donna di facili costumi e implicata in spaccio di droga, proprio nello stesso momento, vittima della stessa strage ma da mano e arma diverse. La stessa Kate Shugek, che ci ha sorpreso con la sua determinatezza in Il silenzio della neve, ritorna qui sempre più responsabile verso gli altri, alla ricerca sempre del particolare e della verità che questa volta pare coinvolgere la stessa Kate.
Il libro apre una grande finestra per rendere partecipe appieno il lettore, su descrizioni dettagliate di questa società e le sue tradizioni, le diverse etnie che convivono e lottano contro il progresso, le nuove generazioni sempre più attratte dalle grandi città e persone, come la nonna di Kate che incarnano appieno il vecchio stile di vita semplice e meraviglioso che rispecchia lo splendore e la bianchezza della neve.