Camminano senza sapere dove andare. E' più che altro una questione di partecipazione: camminano perché farsi vedere è importante e che ne sai? Magari capita l'occasione giusta, una qualunque. Si vestono come si deve: si guardano e riguardano prima di uscire. Si sollevano sulle punte dei piedi e fanno sempre un po' di fatica, perché lì di specchi a figura intera ce ne sono pochi. Ma, davvero, non lo sanno dove andare. Le vedi che impugnano ciuffi di banconote tra le mani: pochi spiccioli. Contati. Fanno una fila di due ore alla gelateria Coppelia e mai che sbuffino o sbadiglino: sai, il trucco. Però si guardano intorno e i loro occhi - mamma mia - sono bellissimi. E' qualcosa che c'è dentro: non ti stordisce subito ma poi ti tiene sveglio in aereo, mentre torni. Eccole lì: scendono lungo la Rampa, calle 23, e ti pare impossibile che possano resistere intere con quei jeans lunghi - senza sciogliersi. Il collo ritto, la schiena perpendicolare al terreno, lo sguardo fiero di chi non conosce modelli imitativi. Non sono Nicole Kidman, non sono Sandra Bullock, non sono Elisabetta Canalis, non sono niente. Sono due giovani habanere che non vedranno mai nient'altro nella vita che quella strada e quei volti. Tutta l'esistenza consumeranno, andando con il Golfo del Messico a sinistra e ritornando con il Golfo del Messico a destra. Non ne sapranno niente di un sacco di cose e la loro più grande arte sarà quella dimenticata del sorprendersi dell'ovvio. Non saranno attrici, non saranno modelle, non guideranno mai una macchina vera, non ne sapranno nulla di come si prepara una valigia: sono niente e moneta nazionale. I loro no e i loro sì tintinnano sempre di graziosi gioielli senza valore; sognano Roma e sognano l'America. Sognano di essere bellissime sotto la Torre Eiffel.
Camminano senza sapere dove andare. E' più che altro una questione di partecipazione: camminano perché farsi vedere è importante e che ne sai? Magari capita l'occasione giusta, una qualunque. Si vestono come si deve: si guardano e riguardano prima di uscire. Si sollevano sulle punte dei piedi e fanno sempre un po' di fatica, perché lì di specchi a figura intera ce ne sono pochi. Ma, davvero, non lo sanno dove andare. Le vedi che impugnano ciuffi di banconote tra le mani: pochi spiccioli. Contati. Fanno una fila di due ore alla gelateria Coppelia e mai che sbuffino o sbadiglino: sai, il trucco. Però si guardano intorno e i loro occhi - mamma mia - sono bellissimi. E' qualcosa che c'è dentro: non ti stordisce subito ma poi ti tiene sveglio in aereo, mentre torni. Eccole lì: scendono lungo la Rampa, calle 23, e ti pare impossibile che possano resistere intere con quei jeans lunghi - senza sciogliersi. Il collo ritto, la schiena perpendicolare al terreno, lo sguardo fiero di chi non conosce modelli imitativi. Non sono Nicole Kidman, non sono Sandra Bullock, non sono Elisabetta Canalis, non sono niente. Sono due giovani habanere che non vedranno mai nient'altro nella vita che quella strada e quei volti. Tutta l'esistenza consumeranno, andando con il Golfo del Messico a sinistra e ritornando con il Golfo del Messico a destra. Non ne sapranno niente di un sacco di cose e la loro più grande arte sarà quella dimenticata del sorprendersi dell'ovvio. Non saranno attrici, non saranno modelle, non guideranno mai una macchina vera, non ne sapranno nulla di come si prepara una valigia: sono niente e moneta nazionale. I loro no e i loro sì tintinnano sempre di graziosi gioielli senza valore; sognano Roma e sognano l'America. Sognano di essere bellissime sotto la Torre Eiffel.
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