Ti volevo parlare di un tipo di donna (sarebbe il caso di usare il termine "femmina") che va diffondendosi sempre più nello stivale italico, luogo che io non tanto amo dal punto di vista sociale.
La figura che va diffondendosi infatti è quello della p.r.; colei che cura le pubbliche relazioni di se stessa. Questo tipo di persona infatti intraprende un tipo di socializzazione volta al conseguimento di fini utilitaristici, calcolatori e materiali.
I suoi metodi seduttivi e relazioni sono orientati verso il raggiuingimento di un fine economico; talvolta è finalizzato ad un progetto complesso che vede la realizzazione di un'impresa, un particolare status sociale o di un ruolo d'alto profilo all'interno di qualche organizzazione o società. L'uomo assume il ruolo di mezzo e non di fine per il raggiungimento dei suoi fini relazionali. Il tutto è poi facilitato da una tipologia di società piuttosto servile ed ossequiosa nei confronti della donna. Quest'ultima infatti fa leva su questo finto buonismo romantico, utilizzando la sua figura esteriore, per sfruttare una certa accondiscendenza che spesso si crea all'interno di un rapporto tra uomo e donna. La recità , solitamente, è ben eseguita; vengono utilizzate parole come "famiglia", "figli", "amore"," dolcezza","carezze " e "tenerezze" tenendo sottointeso ben altro. La pancia di un uomo, così come la sua età od il suo carattere magari non proprio eccelso possono trasformarsi e diventare meravigliosi quando attraverso loro può nascere un'opportunità.
Siamo d'accordo sul fatto che di solito la donna ricerca istintivamente delle sicurezze e delle garanzie tali da permetterle maggiori certezze; non son d'accordo però sul modo con il quale persegue questo scopo. Un modo ipocrito, calcolatore, menzognero ed illusorio. Dietro dei sentimenti, delle tenerezze o dei figli si nascondono programmi, calcoli e ragionamenti utilitaristici. Le stesse ventenni frequentano dei luoghi o degli ambienti non per il piacere di farlo ma bensì perchè attraverso determinate frequentazioni hanno maggiori possibilità di collocarsi nel "mercato sociale". La mia è molto probabilmente la scoperta dell'acqua calda ma continuo a meravigliarmi ogni qual volta assisto ad una recita perbenista di una persona conosciuta da poco che in realtà ha già messo in moto il suo calcolatore di convenienza opportunistica.
L'illusione e le aspettative che possono crearti le sue parole ed i suoi ragionamenti possono far molto male; essi infatti stridono con il loro reale modo di comportarsi. Se per assurdo cadessero tutte queste barriere e convenzioni sociali si starebbe meglio. Meno finzioni, meno recite, meno favole e più verità.
In realtà a pagare non sono solo gli uomini che vanno con le prostitute; tanti altri lo stanno facendo in modo nascosto (alcuni anche in modo inconsapevole...) e meno esplicito rispetto ai primi, dilanzionando le proprie risorse economiche, materiali e psicofisiche.
La recita della vita però, pare che debba andare avanti; le strategie ed i giochini si sprecano quando a mio parere le nostre stesse energie andrebbero meglio spese.