Oggi vorrei fare un giochino, se me lo permettete.
Avete mai pensato a quanti concetti si lega il mondo della scrittura?
Uno di questi è proprio la cucina.
In cucina si usano ingredienti, li si mescola assieme al fine di creare piatti interessanti, gustosi e creativi.
Un po’ come accade nella scrittura.
I libri sono come tante ricette, fatte di ingredienti particolari, amalgamati e trattati con cura dallo scrittore/chef allo scopo di ottenere il piatto perfetto.
Ma come accade in cucina, non basta sapere quali sono le regole per saper cucinare. Non serve sapere il tempo di cottura di un filetto, se poi non abbiamo idea di come servirlo, con cosa decorarlo e, nel caso, quanto sale utilizzare durante la cottura.
Bisogna conoscere le materie prime, averci fatto amicizia e trattarle come se si trattasse di qualcosa di caro.
Il che è vero, solo in parte.
Perché per esperienza ho notato che non basta sapere quali ingredienti usare, che procedimento seguire e come trattare i vari passaggi. Manca sempre qualcosa…
E quel qualcosa lo da l’esperienza, il conoscere prima le varie reazioni, sia chimiche che fisiche, i sapori, i tempi, cose che un libro di ricette non può dare, se non accennandole e basta.
E la scrittura è uguale.
Non basta sapere cosa accadrà nella prossima pagina, quali personaggi dovremo utilizzare e cosa fargli dire. Ci vuole altro, c’è bisogno di quell’occhio allenato che metta le cose in una luce diversa, che ci faccia vedere la scena in testa ancora prima che questa avvenga.
Solo così avremo la certezza che il piatto venga bene.
O almeno ci si spera…
Mi diverte pensare alla scrittura come ad una sessione davanti ai fornelli, quando ancora tutto deve accadere e gli ingredienti sono lì, a portata di mano, e basta solo un gesto per dare il via a qualcosa.
Ma non fraintendete, non sto parlando di una cosa mistica.
Non c’è nessun demone da esorcizzare, ne una stelletta o una segnalazione sulla guida Michelin. Si tratta di capire fino a che punto ci si può spingere e dove si può osare e dove no.
E in cucina, di solito, la creatività paga.
E voi, avete mai accomunato la scrittura ad altri campi?