Ecco una delle domande da 1 milione di dollari che ogni mamma che allatta si fa alla nascita del bambino: lettone si o lettone no?
La pratica del co-sleeping è sempre molto diffusa sopratutto nei primi mesi di vita del bambino. Permette infatti alla madre di allattare la notte praticamente continuando a dormire , recuperando le forze e al bambino di nutrirsi e ripiombare nel sonno.
Inoltre il co-sleeping e’ stato anche fortemente rivalutato in quanto favorirebbe lo sviluppo emotivo, psichico, neurologico e relazionale del bimbo, rinzorzando il “bonding” ovvero il legame madre-figlio. Rimane invece controversa la questione del rischio SIDS.
Spesso però il co-sleeping si concretizza nel condividere il lettone, con evidenti problemi di spazio/comodità dei genitori.
La svolta è quella delle culle bedside, ovvero le culle ad emiciclo da attaccare al lettone accanto alla mamma. In questo modo la madre può allattare sdraiata in tutta comodità senza dover rinunciare allo spazio nel letto.
E’ un ottimo compromesso proprio perchè il bimbo comunque ha un suo lettino, che poi man mano che diventa più grande può essere gradualmente “staccato” dal lettone dei genitori, fino a diventare un lettino a parte.
Un esempio di culla bedside è Culla Belly con un design tutto italiano, nato da un’idea di Manuela Busetti ed Andrea Garuti, vincitore nel 2007 del primo premio al concorso Playing Design con parere unanime ”per la pulizia, la semplicità e la capacità di rispondere al bisogno di vicinaza e tenerezza con il neonato.”
La culla è omologata da 0 a 6 mesi e si aggancia direttamente al lettone dei genitori con tre diversi tipi di staffe che si adattano alle diverse altezze del materasso matrimoniale. Struttura in legno, tessuto completamente sfoderabile e lavabile.
Ad averlo scoperto prima mi sarei risparmiata tante levatacce!!
E voi? Avete provato le culle bedside?
Foto: http://www.thechildrensdepartment.com.au