Cultura redditizia che sfida la crisi

Creato il 14 gennaio 2015 da Libera E Forte @liberaeforte

Sulla Lettura dell’11 gennaio Paolo Conti (La cultura si mangia e fa tanto bene. Ai conti) intende smontare il luogo comune che descrive l’attività culturale come poco redditizia. Lo fa nel miglior modo possibile: riportando i dati. Che in questo caso sono quelli forniti dalla ricerca “Io sono cultura. L’Italia della qualità e della bellezza” promossa dalla Fondazione Symbola in collaborazione con Unioncamere e la regione Marche.

Il flusso turistico con motivazione culturale è dell’8,6 per cento al Nordest, dell’11,6 al Nordovest, del 21,6 al Centro e del 14,8 al Sud. Il 68 per cento dei giapponesi che visitano l’Italia lo fanno per motivazioni culturali.

Il sistema produttivo culturale, tra non profit e pubblica amministrazione, produce 80 miliardi di euro che ne attivano 134, arrivando a costituire una filiera di 214 miliardi.

Altre cifre: 289mila gli occupati in Lombardia, che conta quasi 85mila imprese culturali, 160mila nel Lazio (con più di 53mila imprese) e nel Veneto (38mila imprese), 107mila in Toscana (circa 34mila imprese), 60mila in Sicilia con quasi 27mila imprese.

Ultimo dato confortante, l’export legato alla cultura è cresciuto del 35 per cento, e questo proprio dall’inizio della crisi: dai 30,7 miliardi del 2009 è passato ai 41,6 miliardi del 2013, costituiendo più del 10 per cento del totale delle vendite all’estero.

L’idea che con la cultura non si mangi, Chiosa ragionevolmente Conti, “non solo è lontana dalla verità ma nega il nucleo più vitale e maggiormente rivolto al futuro della nostra imprenditoria”.

MC


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