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“Cuor di Sardegna”, di Arianna Franceschi: riappropriarsi di una cultura millenaria

Creato il 10 luglio 2014 da Alessiamocci

L’essenza di un’isola nei sentimenti dei suoi figli sta in un rapporto che passa, prima che di tutto, attraverso un mutuo muto percepirsi che, prima che essere cerebrale, è fatto di sensi.

“Cuor di Sardegna”, di Arianna Franceschi: riappropriarsi di una cultura millenariaCome un bimbo che ancora non ha contezza di ciò che lo lega alla figura genitoriale materna, prima che con la ragione e anche prima dell’approccio visivo, percepisce la madre con l’olfatto e poi col tatto, ingenuamente e innocentemente, ma in modo certo e infallibile, così Arianna Franceschi.

Ripercorre questo cammino di conoscenza che è anche e, forse, soprattutto di autodefinizione e autodeterminazione, in senso contrario,partendo dall’esperienza, ormai adulta, mediata dalla ragione e dalla cultura, per giungere a riappropriarsi, coscientemente e con tenacia, della sua madre e del suo sentirsi pienamente figlia, giungendo a delineare ancor meglio il profilo di un’isola dalle indubbie peculiarità, geomorfologiche e naturalistiche, etniche, linguistiche, culturali nel senso poù pieno e profondo.

Tutto di cuore è scritto questo libro che, pur prendendo atto e rendendo conto, lucidamente e senza maschere, di pregiudizi e cliché consolidati, di situazioni sempre nuove e diverse che continuamente mutano il mondo sardo, contro corrente rispetto alla tendenza centrifuga, fisica e mentale, delle nuove generazioni, preferisce tornare, non solo fisicamente, ma con la mente e col cuore, piuttosto che lasciare.

Preferisce recuperare il vero, il reale, l’attuale, nella sua migliore prospettiva, anche aiutata dalla mediazione della dimensione della memoria. Solo così, dando giusto valore a ciò che sia ama si può intravedere la perfettibilità e la possibilità del vivere odierno, nel recupero di un rapporto armonico tra l’isola e i suoi abitanti, tra cuore di Sardegna e cuore di ogni singolo, sempre che si conservi, o si recuperi, anche il senso e il valore di comune appartenenza, di socialità, tutta speciale, non per questo chiusa in se stessa ma, come sempre, aperta a chi dal mare arriva.

“Cuor di Sardegna”, di Arianna Franceschi: riappropriarsi di una cultura millenariaNon è difficile innamorarsi di un’isola che incanta, anche non conoscendola, attraverso la narrazione pulita, scorrevole e fresca come il vento di Sardegna: l’autrice offre a sé e al lettore i doni della sua terra, brezze, profumi e colori in un raccontare che si fa vivo, che rende tutto reale e presente e ci si trova a vedere, attraverso gli occhi della nostra scrittrice, qualcosa di certamente suggestivo, magico, ma raggiungibile. E si attraversa questa terra, in lungo e in largo, in un viaggio istruttivo, una guida alla conoscenza che è, insieme, un diario di formazione, personalissimo, ma utile a ogni lettore, quasi terapeutico, alla riscoperta del sé, senza fretta, cullati dalla poesia della natura e della prosa della Franceschi.

Le tappe si susseguono, come grani di un lungo rosario, inframezzate da pause di silenzi, pause di suoni leggeri: di acqua allegra, saltellante sopra le rocce rotonde, di brezza tenue sulle fronde, d versi di animali invisibili. Perché per poter vivere e raccontare la Sardegna come Arianna Franceschi, bisogna avere una naturale e profonda disposizione all’ascolto, avere una radice profonda e fortissima, di quelle che mantengono in piedi alberi robusti nonostante le tempeste.

Cuor di Sardegna è certamente figlio di preziosi e noti itinerari d’autore nell’Isola, ma non è certo un figlio minore; si propone, anzi, ai lettori come il più attuale, moderno e ancestrale insieme, canto d’amore che a questa madre è dovuto e che ai suoi figli mostra come ogni futuro, qui, sia ancora possibile se si acquisirà una nuova disposizione a guardare con sguardo sempre pieno di meraviglia e gratitudine, consapevoli che i secoli passano veloci, ma che ancora esistono città nelle città, paesi nei paesi. Luoghi nei luoghi.

“Cuor di Sardegna”, di Arianna Franceschi: riappropriarsi di una cultura millenariaCiò che occorre è avere sempre il desiderio di riappropriarsi di quella cultura, di saperla vivere e analizzare con giudizio perché, sa bene anche l’autrice, esistono i lati oscuri e la Sardegna non è immune a questa legge.

L’autrice, tra squarci di inaudita bellezza, pone altresì il dito nelle piaghe dell’isola: i sequestri, la crisi economica, gli ecomostri, le malattie (non più quelle endemiche eradicate come la malaria) generate da una distorta e cattiva industrializzazione, i meandri oscuri delle servitù militari, il sottovalutato rischio idrogeologico, gli abusi edilizi e i disastri ambientali, non ultima la devastante alluvione di Olbia. Tutto questo con la lucida coscienza che alcune macchie non si potranno mai cancellare.

La differenza la può fare solo la sardità che, ci dice Arianna Franceschi, si può ottenere in vari modi. Di sicuro almeno in tre: per nascita, per scelta, per passione. Ma tra tutte la sardità per passione è un elemento cruciale, capace di generale quella particolare cura all’attenzione che sola, con la scoperta dei segreti dell’Isola, porterà a poter dire, con la nostra autrice: “Quello è il mio posto, il mio equilibrio e la mia forza”.

Written by Katia Debora Melis


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